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Monini celebra i frantoiani d'Italia

Lo Zefferino d'oro mira a valorizzare il lavoro dei produttori di extravergine per l'azienda umbra

Il presidente e ceo: "Nel settore c'è bisogno di un cambio di rotta e noi cerchiamo di dare l'esempio".

C’è chi porta avanti l’arte di famiglia da generazioni e chi ha scelto di costruire una propria rotta di futuro, chi investe in un’offerta segmentata e chi si focalizza sull’eccellenza di una sola varietà di prodotto, chi si muove nel solco della tradizione e chi è più portato a sperimentare. Background, volti e storie diverse, ma un solo denominatore comune: l’amore per l’olio che si traduce in passione per il proprio lavoro e ricerca di una costante evoluzione qualitativa.

È proprio questo il senso dello Zefferino d’Oro, valorizzazione del lavoro dei frantoiani d’Italia, produttori di olio extravergine italiano per i prodotti Monini. Un riconoscimento alla qualità che prende il nome dal fondatore – Zefferino Monini appunto, nonno dell’attuale dirigenza – di un’impresa che ha fatto della ricerca della qualità e del costante miglioramento il suo tratto distintivo, fin dalle origini.

Un’occasione celebrativa – la prima promossa da una grande azienda olearia - che rappresenta anche l’ufficializzazione di un percorso intrapreso da un leader di settore a favore di un sistema olivicolo trasparente e garante verso i consumatori, ma anche in grado di proteggere chi, come gli olivicoltori e i frantoiani, si trova sempre più spesso schiacciato tra emergenze climatiche e contingenze economiche.

“Il nostro lavoro – ha dichiarato il presidente e ad Zefferino Monini, nipote del “patriarca” dell’azienda, che dal nonno ha ereditato il nome e i segreti dell’arte olearia – si basa da sempre nel saper riconoscere un olio di qualità, frutto di un frantoio di qualità e delle capacità di chi vi opera. Il nostro impegno, oggi, si rifonda sul voler offrire un riconoscimento a questa fondamentale capacità dei nostri conferitori italiani, con l'intento di costruire relazioni solide, orientate a un sistema di cura, etica e progettualità. L’auspicio – ha sottolineato – è che questa scelta possa rappresentare un primo passo di filiera verso un olio extravergine italiano che sia sempre più di qualità e verso un sistema che protegga la ricchezza del nostro territorio. L’olivicoltura italiana non sta vivendo un momento semplice: c’è bisogno di un cambio di rotta, di un’evoluzione verso una produzione moderna e sostenibile sotto il profilo ambientale, economico e ovviamente sociale. Un cambiamento a nostro avviso non più demandabile, che richiede uno sforzo congiunto di tutti gli attori della filiera. Noi, come impresa, cerchiamo di dare il buon esempio e siamo orgogliosi di poter contare sulla collaborazione di produttori che condividono i nostri valori, mettendoli in pratica ogni giorno, e con i quali si è instaurato un rapporto di reciproca fiducia”.

Nonostante l’annata complicata da un andamento climatico sfavorevole (estate troppo siccitosa ed eccesso di umidità nel periodo di raccolta), la partecipazione dei frantoiani è stata corale: hanno infatti aderito all’iniziativa la totalità dei produttori che, dalle regioni più vocate d’Italia, conferiscono a Monini olio extravergine 100% italiano, da cui prende vita uno dei prodotti più buoni e tradizionali di Monini: il GranFruttato.

Oltre la metà dei frantoiani lavora con Monini da più di 10 anni, la restante percentuale addirittura da 15/20/30 anni. Numeri che denotano la trasparenza e la serietà con cui l’azienda umbra opera lungo la filiera, a partire dalla precisione nella logistica e dai pagamenti tempestivi a favore dei fornitori.

“Per noi collaborare con la prestigiosa famiglia Monini – ha dichiarato uno dei partecipanti all’iniziativa - è un onore. Ci spinge a migliorare sempre di più perchè essa cerca solo il meglio dell’olio extra vergine di oliva del panorama italiano e non solo. E questo può avvenire solo se ci sono valori condivisi: spalle forti, quelle che solo una famiglia può dare, rispetto per la tradizione (ma attenzione a non esserne schiavi) con l’occhio rivolto sempre al futuro, perchè è solo con l’innovazione che si migliora. Se non c’è questo non può esserci la qualità, che alla fine è la cosa che tutti inseguiamo, oltre al profitto naturalmente”. Qualità, profitto, ma anche necessità di unire le forze, superando particolarismi e lavorando compatti per una filiera più snella, coesa e funzionale: “i rapporti di filiera –questo il pensiero di un frantoiano che collabora con Monini da oltre 30 anni - rappresentano uno strumento fondamentale per fortificare la tracciabilità e quindi la provenienza del prodotto. In questo sarebbe utile eliminare step intermedi che possono risultare superflui o fuorvianti, riducendo così i passaggi”.

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EFA News - European Food Agency
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