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CLARA MOSCHINI

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Agriumbria: allevatori uniti contro le carni sintetiche

Aia, Aaum e Fedana a confronto con associazioni e istituzioni

La seconda giornata alla 54esima “Agriumbria” a Bastia Umbra (Perugia), conclusasi domenica 2 aprile 2023, ha confermato il successo dell’esordio della manifestazione in quanto Polo delle Carni Italiane. L'Associazione Italiana Allevatori (Aia) e l'Associazione Allevatori Umbria e Marche (Aaum), insieme a Fedana hanno contribuito con un ruolo di primo piano ad inviare un messaggio positivo agli allevatori, alle istituzioni e ai numerosissimi cittadini che hanno affollato il quartiere fieristico bastiolo.

Motivi di incoraggiamento sono emersi nel corso del convegno del pomeriggio di sabato 1° aprile dal titolo “Produrre carni di qualità in modo efficiente per una dieta sana”. Organizzato da Aia con il sostegno di Msd Animal Health, l'incontro è stato l'occasione per annunciare l’avvio di un concreto progetto operativo di assistenza tecnica che coinvolgerà un campione rappresentativo di allevamenti di razze bovine autoctone di regioni del Centro Italia – Lazio, Marche, Toscana ed Umbria – e che è intenzione concludere entro un anno, magari potendone presentare i risultati già nel corso della prossima edizione di “Agriumbria”.

Il Convegno è stato aperto dai saluti dei presidenti di Aia, Roberto Nocentini, e di “Umbriafiere”, Stefano Ansideri ed ha visto anche l'intervento dell’assessore all’Agricoltura della Regione Umbria, Roberto Morroni. Il sistema allevatoriale, ha spiegato Ansideri, è minacciato dall’avanzata delle ipotesi di introduzione di cibi sintetici anche nel nostro Paese, fortunatamente “stoppate” dal tempestivo intervento del Governo italiano con il varo del ddl annunciato nel corso del recente Consiglio dei Ministri. Sull’argomento cibi sintetici si è soffermato anche l’assessore Morroni, che ha esortato tutti ed in particolare gli allevatori ad essere protagonisti del proprio futuro e non a “subire la storia”. Più che il puro e semplice “no” al cibo in provetta, gli allevatori devono insistere nel proporre e promuovere il loro modello virtuoso, di qualità ed autentico valorizzandone le caratteristiche senza aver paura dei profondi e veloci cambiamenti in atto a livello globale e locale.

Al convegno, moderato dalla giornalista Anna Mossini, sono intervenuti in qualità di relatori Filippo Rossi, ricercatore del Dipartimento Diana dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, Massimiliano Intini, Key Account Manager coordinatore di MSD Animal Health, Carlo Angelo Sgoifo Rossi, professore associato del Dipartimento di Medicina veterinaria e scienze animali dell’Università di Milano e Riccardo Negrini, direttore tecnico di Aia. In sala, fra i numerosi allevatori e tecnici, tra gli altri, il direttore generale Aia Mauro Donda, i presidenti ed i direttori dell’Associazione Allevatori Umbria e Marche, Fabrizio Soro e Claudio Bressanutti, di Ara Emilia-Romagna, Maurizio Garlappi e Claudio Bovo, di Ara Basilicata (questi ultimi due intervenuti in un altro convegno ad Agriumbria, ugualmente trattato da EFA News), Palmino Ferramosca e Franco Carbone, di Anabic, Luca Panichi e Stefano Pignani.

Molto vivace e ricca di spunti, anche per quanto riguarda aspetti salutistici legati al consumo di carne, la relazione del ricercatore Filippo Rossi, stimolante già dal titolo che ipotizzava “Cosa succederebbe in caso di lockdown della carne?”. Da parte sua, Massimiliano Intini di Msd Animal Health ha ricordato tra l’altro come le “soluzioni digitali” in materia di rilevazione dati e di benessere animale proposte dall’azienda rappresentata siano in comunità di intenti con quanto messo in campo da Aia. con le proprie attività e con il Progetto Leo soprattutto nella parte di sviluppo della sensoristica in stalla.

A tutto campo sulle principali necessità del management nel comparto bovino da carne la relazione del professor Carlo Angelo Sgoifo Rossi, che si è soffermato in particolare sugli aspetti determinanti per ottenere una eccellente qualità delle carni partendo dall’incredibile patrimonio di razze bovine italiane. Sono stati esaminati aspetti tecnici quali il pH al momento dell’abbattimento, all’età alla macellazione, allo stato di ingrassamento, che deve essere sempre adeguato. Fondamentale, per il relatore, valutare la sostenibilità e l’efficienza degli animali allevati, per raggiungere un “vera” qualità del prodotto ed evitare “autogol” in riferimento agli aspetti nutrizionali, ambientali e di gestione pre e post macellazione. Ha riscosso molto interesse la proposta, soprattutto ai fini della comunicazione della eccellenza delle carni bovine derivanti dalle razze pregiate autoctone italiane, di una “Qualità 360.it”, anche perché, nel nostro sistema nazionale, ci sono molte informazioni a disposizione che consentono di fornire una trasparenza massima e completezza di dati, non sempre sfruttati appieno nelle loro potenzialità.

Temi perfettamente agganciati nella relazione del direttore tecnico Aia Riccardo Negrini, che ha esposto tutti i più recenti risultati del Progetto Leo (Livestock Environment Opendata), di cui l’Associazione è capofila, attività giunta nella parte finale di realizzazione e che risponde ad una ampia richiesta di dati e informazioni che possono essere condivisi in modalità open, ampiamente sfruttati anche a favore dei consulenti di fiducia degli allevatori.

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EFA News - European Food Agency
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