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L'agnello torna sulle tavole degli italiani a Pasqua

Indagine Coldiretti/Ixè: su 4 tavole ogni 10 comparirà la carne tradizionale

A Pasqua torna la carne di agnello in 4 tavole su 10. È quanto emerge da una indagine Coldiretti/Ixé realizzata in occasione dell’avvicinarsi della ricorrenza durante la quale si acquista gran parte dei circa 1,5 chili di carne di agnello consumati a testa dagli italiani durante tutto l’anno. 

In queste feste oltre quattro famiglie italiane su dieci pari al 44% dei nuclei famigliari italiani porteranno carne di agnello a tavola: il dato è in aumento del 13% rispetto all'anno scorso. Secondo il report, sono circa 6 milioni gli italiani e i turisti stranieri che pranzeranno fuori a Pasqua in un ristorante o in un agriturismo, anche se la maggioranza lo consumerà a casa proprio a degli amici e parenti, secondo le stime della Coldiretti. Tra coloro che non rinunciano all’agnello, il 58% acquisterà in supermercati e macellerie quello made in Italy e un altro 22% lo andrà addirittura a comperare direttamente dal produttore per avere la garanzia dell’origine, mentre solo un 20% non si curerà della provenienza di quel che metterà nel piatto. 

L'agnello, inoltre, si conferma piatto preferito nell’occasione delle feste pasquali anche dai 12 milioni di italiani in vacanza che per il 95% sceglierà come meta l’Italia dove la carne d’agnello resta una presenza fissa nel menu di Pasqua, come dimostrano i piatti della transumanza tramandati da secoli: dall’abruzzese agnello cacio e ova al molisano agnello sotto il coppo fino all’abbacchio alla scottadito del Lazio.

Un modo per rispettare le tradizioni ma anche per sostenere la sopravvivenza dei 60mila pastori duramente colpiti dalla siccità nei pascoli e dai rincari dei costi di produzione legati alla guerra in Ucraina. Una tradizione che in questo caso aiuta anche a contrastare lo spopolamento delle aree interne molte delle quali si trovano nell’epicentro dell’ultimo terremoto. 

Gli effetti del conflitto si fanno sentire anche sulla pastorizia tricolore con un calo dei redditi stimato in oltre il 50%, secondo l’analisi Coldiretti su dati Crea. Un calo che segue la crisi causata dalla pandemia, mettendo a rischio un mestiere ricco di tradizione molto duro che garantisce la salvaguardia di ben 38 razze a vantaggio della biodiversità e che si prende cura di circa 6 milioni di pecore da nord a sud della Penisola anche attraverso tradizioni millenarie come la transumanza proclamata patrimonio culturale immateriale dell’umanità l’11 dicembre 2019.

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EFA News - European Food Agency
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