Crollano gli investimenti nel commercial real estate italiano
Nel primo trimestre 2023 si registra un -79%: male logistica e retail
Scendono di brutto i volumi di investimento nel commercial real estate italiano. Nel primo trimestre 2023, infatti, sono stati pari a 890 milioni di euro, crollati del 74% rispetto allo stesso periodo del 2022 che segnò un primo trimestre record per volumi. Lo attestano gli ultimi dati di Cbre, società di servizi e investimenti in commercial real estate.
"Le maggiori asset class -sostiene la società in una nota- sono state interessate da una contrazione, sia rispetto ai risultati record del primo trimestre del 2022, sia rispetto al trimestre precedente, che già mostrava segnali di rallentamento". Tuttavia, in questi mesi, sostiene la società, si sono registrati segnali incoraggianti: si sta, infatti, assistendo a un rallentamento dell’inflazione, che potrebbe portare a una revisione delle politiche di rialzo dei tassi di interesse da parte della Bce, e a una stabilizzazione dei costi di costruzione, che potrà agevolare le attività di sviluppo e riqualificazione di immobili esistenti, necessarie per rispondere alle esigenze di avere asset con elevanti standard di sostenibilità.
“I risultati del trimestre appena concluso sono la naturale conseguenza del clima di generale incertezza del mercato, ma le misure adottate per contrastarla stanno gradualmente funzionando, portando con sé una ventata di ottimismo -spiega Silvia Gandellini, head of Capital markets & A&T high street di Cbre Italy-. Nel primo trimestre 2023 abbiamo visto molto fermento sul mercato, con la nascita di nuove operazioni che condurranno a una pipeline degli investimenti consistente e diversificata in termini di profili di rischio e di settore, alimentata altresì dalla disponibilità di liquidità. Rilevante è anche vedere come l’Italia continui ad attrarre new comer che contribuiranno ad alimentare l’attività d’investimento”.
Il mercato della logistica, come quello degli uffici, continuano a registrare "bassi livelli di vacancy rate e significativi tassi di assorbimento che alimentano una crescita dei canoni". Il mercato hotel, invece, "continua a beneficiare della significativa crescita dei tassi di occupancy in tutte le principali destinazioni leisure".
"Si registra anche -aggiunge la nota di Cbre- una crescita dei canoni di locazioni dei prodotti prime per il mercato retail di tipo out-of-town, a testimonianza di una forte ripresa della domanda di spazi da parte dei retailer per le location di qualità, come già rilevato nei principali mercati high street, dove i canoni di locazione si collocano già ai massimi storici".
"In modo trasversale a tutti i settori -aggiunge la nota-, è sempre più evidente che la domanda di immobili conformi ai criteri esg, da parte degli investitori, continuerà a rafforzarsi: per essere bancabili, affittabili e vendibili e gli immobili hanno ormai sempre più bisogno di certificare le proprie prestazioni ambientali. L’attenzione si concentra soprattutto sulle performance energetiche e sulla qualità del comfort indoor: gli investitori guardano con interesse il mondo dei finanziamenti green e immobili in grado di difendersi da un brown discount nel prossimo futuro".
EFA News - European Food Agency