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Calano del 20,9% gli infortuni in agricoltura

Secondo l'ultimo rapporto Dati Inail tra il 2017 e il 2021 sono scesi dell'11,7% anche i decessi/Allegato

Calano gli infortuni nel comparto agricoltura. A dirlo è è il nuovo numero del periodico Dati Inail, curato dalla Consulenza statistico attuariale dell’Istituto. Tra il 2017 e il 2021, scrive il report, il bilancio degli infortuni in agricoltura continua a essere condizionato dalla pandemia da covid-19. "Il 2021, infatti -sottolinea il report- sebbene con 27.221 denunce di incidenti mostri un leggero aumento (+1,9%) rispetto alle 26.713 del 2020, registra un calo complessivo del 20,9% rispetto ai 34.422 casi rilevati nel 2017".

Secondo il rapporto, anche il trend dei casi mortali risente degli effetti dell’emergenza sanitaria, "con una riduzione dell’11,7% rispetto a cinque anni prima": dai 163 decessi denunciati nel 2017 si passa ai 144 del 2021. Nel 2020 la pandemia ha comportato una nuova significativa diminuzione del 21,1% (135 casi mortali), mentre il 2021 si è chiuso con un incremento pari al 6,7%.

Con l'ultimo numero di Dati Inail, l'istituto fa il punto della situazione sull’andamento degli infortuni e delle malattie professionali nel comparto agricolo, in cui operano più di 1,1 milioni di imprese, in maggioranza (93,5%) ancora a gestione familiare o individuale: dal rapporto emerge anche il peso in crescita nella manodopera non familiare dei lavoratori stranieri, passati da uno su quattro nel 2010 a uno su tre nel 2020. Cala, invece, il numero delle donne occupate, che erano quasi il 37% del totale nel 2010 e 10 anni dopo sono scese a circa il 30%. 

Dal punto di vista territoriale, nel 2021 quasi un infortunio su tre (32,3%) è stato denunciato nel Nord-Est, che con 8.795 casi precede il Sud (5.831), il Centro (4.827), il Nord-Ovest (4.614) e le Isole (3.154). Le denunce di infortunio con esito mortale, però, sono concentrate soprattutto nel Sud (30,6%) e nel Nord-Ovest (22,9%), seguiti dal Nord-Est (20,8%), dal Centro (15,3%) e dalle Isole (10,4%). 

A infortunarsi di più lungo tutto l’arco del quinquennio preso in considerazione sono gli uomini: nel 2021, in particolare, gli infortuni in occasione di lavoro accertati dall’Inail che hanno riguardato i lavoratori maschi sono stati 16.227, pari all’82,5% del totale, contro i 3.443 riconosciuti alle lavoratrici (17,5%). Limitando l’analisi ai soli casi mortali, la quota maschile sale al 93,4%.

Per quanto riguarda le malattie professionali, nel 2021 le denunce Inail in agricoltura sono state 9.158, quasi il 22% in più rispetto alle circa 7.500 del 2020, ma oltre il 19% in meno rispetto alla media di 11.400 casi del triennio 2017-2019. "Nel quinquennio 2017-2021 -sottolinea il report- le malattie professionali sono state codificate come patologie a carico del sistema osteo-muscolare e del tessuto connettivo in ben il 77,5% dei casi". Le altre malattie più presenti sono quelle a carico del sistema nervoso (17%) e le ipoacusie (quasi il 4%), mentre i tumori, con 36 casi nel 2021, rappresentano meno dell’1% del complesso dei casi.

IL report spiega che "l’alta incidenza delle patologie dell’apparato muscoloscheletrico da sovraccarico biomeccanico, con effetti principalmente a carico della colonna vertebrale e degli arti superiori, deriva in larga parte da attività manuali caratterizzate da posture incongrue protratte per tempi significativi, da movimenti ripetuti spesso effettuati in modo continuativo per larga parte della giornata e dalla movimentazione di carichi". 

Allegati
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