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Cina, piano triennale per ridurre la soia nei mangimi animali

Il ministero dell'Agricoltura tenta di bloccare la dipendenza dalle importazioni del cereale

La Cina pubblica un piano per ridurre l'uso della farina di soia nei mangimi animali, portandone l'inclusione a meno del 13% entro il 2025 rispetto al 14,5% del 2022. È il ministero dell'Agricoltura cinese ad avere pubblicato nei giorni scorsi il piano d'azione triennale nel tentativo di ridurre la dipendenza dalle importazioni di soia.

Le nuove linee guida appena emanate raccomandano riso, crusca di riso di manioca, orzo e sorgo come alternative al mais: tra le alternative accettabili alla farina di soia vi sono la farina di colza, la farina di semi di cotone, la farina di arachidi, la farina di girasole, i grani essiccati, la farina di palma, la farina di lino, la farina di sesamo e i sottoprodotti della lavorazione del mais. Sono, inoltre, suggerite formulazioni di mangimi in base alle varie regioni del Paese, come la riduzione del mais di almeno il 15% nelle razioni per suini nel Nord-Est, utilizzando riso e crusca di riso: nelle regioni meridionali, il ministero raccomanda l'uso di sorgo, farina di manioca, farina di crusca di riso e orzo per sostituire il mais nell'alimentazione dei suini.

Il documento, pubblicato dal ministero dell'Agricoltura e degli affari rurali, afferma che il piano "guiderà l'industria mangimistica a ridurre la quantità di farina di soia, promuoverà il risparmio e la riduzione del consumo di cereali per mangimi e contribuirà a garantire un approvvigionamento stabile e sicuro di cereali e di importanti prodotti agricoli".

Già nell'aprile 2021 lo stesso ministero aveva pubblicato alcune linee guida che raccomandavano di ridurre la quantità di farina di mais e di soia nei mangimi per suini e pollame: già all'epoca, le indicazioni includevano raccomandazioni per ingredienti alternativi, "con l'obiettivo di migliorare l'utilizzo delle materie prime disponibili e di creare una formula che si adatti meglio alle condizioni della Cina".

Il problema, negli anni, non è stato risolto, anzi sè peggiorato: a marzo scorso, le importazioni cinesi di soia sono aumentate del 7,9% rispetto allo stesso mese dell'anno precedente, in quanto gli acquirenti cinesi si sono riforniti in vista della forte domanda prevista. Secondo l'amministrazione generale delle dogane, che le importazioni totali del mese sono state pari a 6,85 milioni di tonnellate, in calo del 2% rispetto ai 7,04 milioni di tonnellate di febbraio.

I dati mostrano che gli arrivi nei primi tre mesi dell'anno sono stati pari a 23 milioni di tonnellate, con un aumento del 13,5% rispetto all'anno precedente.
Secondo gli analisti, nei prossimi mesi sono previsti volumi molto più elevati, ma la domanda si sta rivelando più debole del previsto.

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EFA News - European Food Agency
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