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Miele e altri prodotti: giro di vite Ue su etichettature

Più rigore sulle importazioni da Asia e America Latina, che rischiano di abbattere i prezzi

La normativa europea per l'importazione di miele e di prodotti ortofrutticoli si fa più stringente. La Commissione Ue ha presentato una proposta di modifica del regolamento per l'etichettatura dei barattoli, che diventerà obbligatoria per noci, frutta secca, frutta e verdura trasformate e tagliate. Sull'etichetta dovrà comparire il Paese d'origine o, in caso di miscele, i Paesi.

I prodotti ortofrutticoli con difetti esteriori ma adatti al consumo saranno esentati dalle norme di commercializzazione per vendita locale e diretta. I prodotti destinati alla donazione, infine, potranno essere esentati da alcuni requisiti di etichettatura.

Altra proposta della Commissione: l'aumento del quantitativo minimo di frutta, che passerebbe da 350 a 450 grammi al chilo, per ogni prodotto finito. Il termine "marmalade" (marmellata), finora utilizzato nell'Ue soltanto per le confetture di agrumi, verrebbe esteso a tutte le confetture, per adeguare il nome del prodotto a quello più utilizzato localmente.

La richiesta di un'etichettatura più rigorosa per i prodotti extracomunitari è generata dalla preoccupazione dei produttori riguardo a particolari tipologie di miele provenienti dalla Cina e non solo, che stanno conquistando il mercato europeo, con un giro d'affari di 2,3 miliardi di euro, abbassando notevolmente i prezzi.

Secondo dati menzionati dal Financial Times, le produzione di miele all'interno dell'Ue ammonta a 218mila tonnellate l'anno, a fronte delle 175mila tonnellate l'anno di importazioni, provenienti in modo particolare da Cina, Ucraina, Turchia e America Latina. Uno studio della Commissione europea, condotto tra il 2021 e il 2022 ha rilevato che il 46% dei campioni di miele esaminati violava le norme dell'Ue, mentre nel triennio 2015-2017, la stessa percentuale era del 14%.

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EFA News - European Food Agency
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