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Restaurant Brands, bene il 1° trim (grazie a Tim Hortons)

Rallentano i ristoranti Burger King

Wall Street ha premiato ieri con un +2,18% il titolo Restaurant Brands International che ha battuto le stime degli analisti per quanto riguarda i ricavi e gli utili del primo trimestre. Il dato eclatante, secondo gli esperti, quello che ha dato la spinta al rialzo del titolo è stato quello che riguarda le vendite globali, aumentate di quasi il 10% nel trimestre chiuso a marzo, contro le stime degli analisti che prevedevano al massimo un +6,5%. 

Restaurant Brands, che possiede marchi come Burger King, Tim Hortons, Popeyes e Firehouse Subs, ha guadagnato 75 centesimi per azione, rispetto alle stime di 64 centesimi: soprattutto, ha portato il fatturato totale a 1,59 miliardi di dollari da 1,45 miliardi di dollari dell'anno precedente e contro le aspettative degli analisti attestate a una media di 1,56 miliardi di dollari.

A mettere il turbo al titolo ma soprattutto ai numeri dell'azienda è stato l'aumento dei clienti e quello dei prezzi dei ristoranti Tim Hortons in Canada che ha bilanciato la chiusura di alcuni locali Burger King negli Stati Uniti: le vendite di Tim Hortons sono cresciute del 16% mentre quelle di Burger King International sono salite "solo" del 12%. Burger King, di fatto, è l'anello debole della catena Restaurant brands international, come hanno già attestato i numeri del 2022 (vedi EFA News). Un anello talmente debole che, come abbiamo anticipato pochi giorni fa, ha deciso di mettersi nelle mani dei creativi e di risalire la china a colpi di spot (vedi EFA News). 

Nel primo trimestre Burger King ha chiuso 124 locali negli Stati Uniti, pari all'1,7%, per concludere il trimestre con poco meno di 7.000 ristoranti negli Stati Uniti. Il marchio sta cercando altri franchisee con finanze più solide, ma prevede comunque di chiudere tra 300 e 400 ristoranti in più, secondo qua to ha dichiarato agli analisti l'amministratore delegato Joshua Kobza

I manager pongono grandi speranze nel piano di rilancio del marchio "Reclaim the Flame": d'altra parte vi hanno investito 400 milioni di dollari per invertire la perdita di quote di mercato, rilanciare i ristoranti fatiscenti, snellire i menu e le operazioni troppo complicate e attirare un maggior numero di clienti giovani. Il piano, secondo gli analisti, potrebbe iniziare a funzionare, visto che le vendite comparabili di Burger King negli Stati Uniti sono aumentate dell'8,7% anche se la quota non è ancora abbastanza per parlare di vera e propria ripresa.

Per questo Restaurant Brands International si balocca con i buoni risultati di Tim Hortons che ha aumentato i clienti, anche nelle ore pomeridiane, grazie a nuovi prodotti come la bistecca al chipotle e wraps (le piadine, per dirla in italiano). Anche i prezzi più alti dei menu e altre offerte, come la birra fredda, hanno fatto aumentare le vendite.


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EFA News - European Food Agency
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