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Etichette alcolici: anche Usa e Cuba puntano i piedi

Pallini (Federvini): "Un segnale importante e significativo su un tema di comune interesse"

Dopo alcuni mesi di "bonaccia", la querelle intorno alle etichette sui vini si riapre burrascosamente, nel momento in cui l'Italia e altri Paesi trovano l'improvviso e inaspettato sostegno di Stati Uniti d'America e Cuba. A due giorni dalla scadenza del periodo di consultazione, Washington e L'Avana hanno chiesto chiarimenti al governo irlandese in merito ai suoi piani di apporre su tutte le bevande alcoliche etichette con avvertimenti per i rischi sulla salute.

E' quanto si evince dalla consultazione del database delle notifiche del Wto. Se altri Paesi dovessero inviare commenti, si prospetterebbe un prolungamento dei tempi di decisione sulla misura notificata dall'Irlanda a febbraio dopo il silenzio-assenso della Commissione europea.

Cuba ha espresso contrarietà alla misura irlandese non in ragione dell'obiettivo in sé ma per la sproporzione del provvedimento. Gli Usa, invece, secondo indiscrezioni mediatiche avrebbero espresso perplessità, chiedendo chiarimenti.

Federvini, tramite le associazioni europee Comité Vins e Spirits Europe, "ha lavorato per sensibilizzare i principali partner non europei affinché potessero partecipare alla procedura avviata con la notifica a livello Omc". Da quanto risulta alla federazione, "le autorità irlandesi avrebbero deciso di sospendere ulteriormente l’applicazione della normativa in attesa degli esiti della procedura dinanzi all’Omc".

“I commenti espressi da Stati Uniti e Cuba presso l’Organizzazione Mondiale del Commercio rappresentano un segnale importante e significativo per stimolare l’attenzione internazionale su un tema di comune interesse quale quello della tutela della libera circolazione delle merci e della corretta informazione dei consumatori", dichiara la presidente di Federvini, Micaela Pallini.

"Auspichiamo che i commenti di Paesi terzi possano condurre la Commissione europea a considerare con attenzione i profili critici legati alla normativa irlandese e le conseguenze non solo economiche ma anche reputazionali della stessa Unione europea che potrebbero derivare dalla sua applicazione. Ci auguriamo - conclude Pallini - che i contributi internazionali possano agevolare l’apertura quanto prima di un dialogo trasparente e costruttivo con l’Irlanda e con tutti i soggetti istituzionali per riportare il dibattito nella giusta direzione di un contrasto all’abuso attraverso l’educazione e l’informazione corretta dei consumatori”.

La mossa di Usa e Cuba è stata accolta positivamente anche dal consigliere delegato di Filiera Italia, Luigi Scordamaglia, che ha commentato: “Significativo che anche Usa e Cuba esprimano le nostre stesse perplessità sul noto provvedimento irlandese che prevede etichette allarmiste su vino e alcolici”.

Secondo Scordamaglia, quello irlandese è "un provvedimento ingiusto e fuorviante per i consumatori" e tutta Filiera Italia lo considera "un attacco diretto all’Italia che è il principale produttore ed esportatore mondiale con oltre 14 miliardi di fatturato, di cui più della metà all’estero".

“Speriamo che la procedura iniziata a livello Omc che ha già visto Usa e Cuba esprimersi prosegua - conclude Scordamaglia - e che l’Irlanda che proprio in virtù di questa consultazione ha sospeso l’entrata in vigore della norma ne tenga conto”.

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EFA News - European Food Agency
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