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L'italian sounding ci ruba 120 miliardi di Euro

E' il valore del falso made in Italy agroalimentare nel mondo

La galleria dei tarocchi in esposizione a Tuttofood.

Sale a 120 miliardi di Euro il valore del falso made in Italy agroalimentare nel mondo. È questo l’allarme lanciato da Tuttofood a Milano dove nello spazio del Padiglione 1 è stata inaugurata da Coldiretto un'esposizione della top ten del made in Italy tarocco a tavola con tanto di classifica delle più grottesche imitazioni delle specialità nazionali scovate in tutto il mondo che tolgono spazio e valore sui mercati ai veri prodotti tricolori. 

Sia chiaro: l’industria del falso made in Italy a tavola è diventato un problema planetario. Per colpa del cosiddetto “italian sounding” nel mondo oltre due prodotti agroalimentari tricolori su tre sono falsi senza alcun legame produttivo e occupazionale con il nostro Paese. In testa alla classifica dei prodotti più taroccati secondo la Coldiretti ci sono i formaggi partire dal Parmigiano Reggiano e dal Grana Padano con la produzione delle copie che ha superato quella degli originali. 

Russia re del made in Italy tarocco

La vera novità del made in Italy tarocco, secondo Coldiretti, è rappresentata oggi dalla Russia: con la guerra in Ucraina e l’embargo agli scambi commerciali che ha vietato l’esportazione a Mosca di una importante lista di prodotti agroalimentari come frutta e verdura, formaggi, carne e salumi, ma anche pesce, si è diffusa nel paese di Putin una fiorente produzione di imitazioni del made in Italy a tavola che hanno sostituito le esportazioni tricolori. 

Il risultato è che in molti territori, dagli Urali alla regione di Sverdlovsk, sono sorte fabbriche specializzate nella produzione di imitazione dei formaggi e salumi italiani per sostituire quello originali. Si tratta di impianti per la lavorazione del latte e della carne per coprire la richiesta di formaggi duri e molli così come di salumi che un tempo era soddisfatta dalle aziende agroalimentari italiane. 

Il sindacato russo dei produttori lattiero-caseari, Soyuzmoloko, ha stimato che la produzione di formaggio russo è quadruplicata raggiungendo 47 miliardi di rubli, pari a oltre 553 milioni di Euro, di cui una discreta fetta è rappresentata proprio dai prodotti "simil italiani", come il Parmesan. Addirittura, i produttori di formaggio russi hanno espresso fiducia che la Russia possa iniziare a produrre parmigiano di alta qualità da esportare attivamente in 5-7 anni.

Il “Russkiy Parmesan”, ad esempio, viene prodotto nel territorio di Stavropol e sul sito dei produttori si assicura che “è un’alternativa al Parmigiano-Reggiano, è fatta con latte pastorizzato e matura 12 mesi e ha una consistenza dura molto simile e un gusto e un aroma intensi specifici”. Nelle stesse aziende, informa Coldiretti, si producono anche Montasio, Pecorino, mozzarella e ricotta ma sui mercati si trovano anche mascarpone, robiola made in Russia, diversi tipi di salame Milano, mozzarelle “ciliegine”, scamorze, insalata toscana, Buona Italia e pizza Sono Bello "Quatro" formaggi con tanto di errore grammaticale.

Italian sounding anche in Usa

Se la Russia è il Paese dove il falso made in Italy è cresciuto di più, la leadership produttiva di questa (poco onorevole) classifica è, però, nelle mani degli Stati Uniti dove, secondo Coldiretti e Filiera Italia, il fenomeno delle imitazioni di cibo tricolore è arrivato a rappresentare oltre 40 miliardi di Euro, un terzo in valore dell’intero mercato dai tarocchi. Basti pensare che il 90% dei formaggi di tipo italiano in Usa sono, in realtà, realizzati in Wisconsin, California e New York: dal Parmesan al Romano senza latte di pecora, dall’Asiago al gorgonzola fino al Fontiago, un improbabile mix tra Asiago e Fontina.

Secondo Coldiretti, la produzione di imitazioni dei formaggi italiani nel 2022 ha raggiunto negli Usa il quantitativo record di oltre 2,7 miliardi di chili, con una crescita esponenziale negli ultimi 30 anni, tanto da aver superato addirittura la stessa produzione di formaggi americani come Cheddar, Colby, Monterrey e Jack che è risultata nello stesso anno pari a 2,5 milioni di chili. Il problema riguarda però tutte le categorie merceologiche come l’olio Pompeian made in Usa, i salumi più prestigiosi, dalle imitazioni del Parma e del San Daniele alla mortadella Bologna o al salame Milano venduto in tutti gli Stati Uniti.

Il Sudamerica tarocca soprattutto i formaggi

Anche in Sudamerica il fenomeno, già diffuso, rischia di essere ulteriormente spinto dall’accordo di libero scambio Mercosur che obbliga di fatto prodotti come Parmigiano e Grana a convivere per sempre con le “brutte copie” sui mercati locali, dal Parmesan al Parmesano, dal Parmesao al Reggianito fino al Grana.

In giro per il mondo, ci sono anche le imitazioni di provolone, gorgonzola, pecorino romano, asiago o fontina. Tra i salumi sono clonati i più prestigiosi, dal Parma al San Daniele, ma anche la mortadella Bologna o il salame cacciatore e gli extravergine di oliva o le conserve come il pomodoro San Marzano.

Prosecco tarocco in giro per il mondo

Tra gli “orrori a tavola” rilevati da Coldiretti, non mancano i vini: dal Chianti al Prosecco che non è solo la Dop al primo posto per valore alla produzione, ma anche la più imitata. Ne sono un esempio il Meer-secco, il Kressecco, il Semisecco, il Consecco e il Perisecco tedeschi, il Whitesecco austriaco, il Prosecco russo e il Crisecco della Moldova mentre in Brasile nella zona del Rio Grande diversi produttori rivendicano il diritto di continuare a usare la denominazione prosecco sempre nell’ambito dell’accordo tra Unione Europea e Paesi del Mercosur.

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EFA News - European Food Agency
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