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Paese che vai, inflazione che trovi: Australia ferma nei consumi

Ad aprile i consumatori hanno ridotto le spese per cibo e pasti fuori casa

L'inflazione non dà scampo e lo fa più o meno dappertutto. Anche in Australia, dove le vendite al dettaglio di aprile sono rimaste ferme: i consumatori, alle prese con il caro vita e con l'aumento dei tassi d'interesse, hanno ridotto le spese per il cibo e i pasti fuori casa, rafforzando l'ipotesi di una pausa nel rialzo dei tassi il mese prossimo.

Sono questi i primi dati dell'Australian bureau of statistics che hanno mostrato come le vendite al dettaglio siano rimaste invariate ad aprile rispetto a marzo, quando sono aumentate dello 0,4%: gli analisti, invece, avevano previsto una crescita dello 0,2%. Ad aprile 2023 le vendite, pari a 35,26 miliardi di dollari australiani (oltre 21,4 miliardi di Euro) sono aumentate del 4,2% rispetto a un anno prima rallentando, però, rispetto alla crescita del 5,4% registrata a marzo.

Mentre gli acquirenti hanno speso di più per l'abbigliamento invernale e nei grandi magazzini, hanno ridotto la spesa per il cibo e i ristoranti, che hanno registrato un calo rispettivamente dello 0,1% e dello 0,2%. I beni per la casa sono scesi dell'1%.

I dati economici dell'ultimo mese sono stati poco incoraggianti, dunque. L'aumento trimestrale dei salari australiani non ha rispettato le previsioni, l'occupazione netta è scesa inaspettatamente ad aprile e il tasso di disoccupazione è salito, confermando l'ipotesi di una pausa il mese prossimo. "Il tasso di inflazione nell'economia non scenderà al livello desiderato da un giorno all'altro. Ma i dati sono incoraggianti e si muovono nella direzione giusta", ha dichiarato Gareth Aird, responsabile dell'economia australiana presso la Commonwealth bank of Australia.

Secondo gli esperti della banca centrale, il rallentamento della spesa al consumo è la prova che l'enorme stretta di 375 punti base operata dalla Reserve bank of Australia da questo mese di maggio sta già avendo l'effetto desiderato, ossia quello di raffreddare la domanda.

"Il fatturato al dettaglio si è stabilizzato negli ultimi sei mesi, poiché i consumatori hanno speso meno in beni discrezionali in risposta alle pressioni sul costo della vita e all'aumento dei tassi di interesse", spiega Ben Dorber, responsabile delle statistiche al dettaglio dell'Abs.

Il volume delle vendite al dettaglio aveva già registrato un calo nel primo trimestre, segnando il secondo calo trimestrale consecutivo e indicando un freno alla crescita economica. La banca centrale ha avvertito che potrebbero essere necessari altri rialzi dei tassi, citando rischi di rialzo per le prospettive dell'inflazione: questo ha spinto i mercati a "mettersi al vento" nella possibilità di un altro rialzo in agosto o settembre e in quella di uno scenario di tassi più alti più a lungo.

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EFA News - European Food Agency
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