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Truckability 2023, il punto sulla biosicurezza nei trasporti animali

Il 7 giugno l'evento a Cremona organizzato da Unitec hub one health

È ormai alle porte Truckability 2023, la giornata di orientamento organizzata da Unitec hub one health e Cid lines, An ecolab company, azienda belga specializzata in prodotti per la salute degli animali e consulenza per migliorare l'igiene nell'industria alimentare e agricola. L’appuntamento è previsto per il 7 giugno prossimo a Cremona, presso la sala congressi del Palace Hotel dove, a partire dalle ore 9, inizieranno i lavori di un evento che, non a caso, si tiene in occasione della Giornata mondiale sulla sicurezza alimentare promossa dalle Agenzie delle Nazioni Unite.

Tra i relatori che parteciperanno a Truckability 2023 ci saranno Luc Ledoux, Business development manager Cid Lines An Ecolab Company e Massimo Manfron, Technical excellence specialist di Ecolab. Il tema della biosicurezza lungo tutta la catena produttiva è oggi più che mai d’attualità. Come sottolinea un comunicato ufficiale, "la presenza al tavolo dei relatori dei massimi esperti in materia favorirà il confronto e l’approfondimento indispensabile per porre le basi di uno standard comune dedicato all’igiene e alla disinfezione dei mezzi di trasporto di animali e derrate alimentari".

Un incontro fondamentale, solo a pensare quanto sia cresciuta, a livello internazionale, tra gli operatori del settore avicolo e suinicolo la consapevolezza sull’importanza della biosicurezza per prevenire i principali patogeni come l’influenza aviaria o la peste suina africana. “Potremmo definire la biosicurezza una forma di polizza assicurativa che previene i danni di una potenziale diffusione di patogeni tra gli animali -spiega Ledoux-. Pensiamo solo alla Peste suina africana che da un anno e mezzo è comparsa purtroppo anche in Italia, e più precisamente tra Piemonte e Liguria. Ho letto di recente che solo nella provincia di Cuneo si alleva il 70,6% della produzione suinicola piemontese per un valore di circa 267 milioni di euro, l’8,87% del totale nazionale e il 7,6% della produzione agricola regionale". 

"È evidente -aggiunge l'esperto- che se malauguratamente anche un solo cinghiale nella provincia di Cuneo fosse trovato positivo al virus gli effetti per l’economia locale sarebbero devastanti e le ripercussioni lungo tutta la catena produttiva sarebbero inevitabili e non si limiterebbero al comparto suinicolo ma coinvolgerebbero le aziende cerealicole, quelle delle macchine e delle attrezzature per le porcilaie, i mangimifici, i macelli, il commercio delle carni suine, l’occupazione. Tutto questo per sottolineare, se mai ce ne fosse bisogno, che sulla biosicurezza non si può scendere ad alcun compromesso”.

D'altra parte è anche vero, sottolinea Ledoux che in questi comparti si registra "una progressiva e aumentata consapevolezza legata anche alla riduzione degli antimicrobici, come peraltro impone la normativa europea. Se il miglioramento genetico degli animali portato avanti in questi anni ha migliorato la produttività del bestiame, la biosicurezza e la sua implementazione devono essere visti come lo scudo che impedisce la diffusione dei patogeni”.

Il convegno servirà anche a fare il punto sull'importanza della conoscenza e applicazione corretta dei protocolli previsti. “È sufficiente -dice l'esperto- che un solo centimetro quadrato non venga ben lavato e disinfettato per pregiudicare la corretta pulizia di tutto l’automezzo. Occorre spiegare e motivare adeguatamente il personale preposto sul perché è importante pulire e disinfettare, su come farlo correttamente e cosa utilizzare”.

Altro tema caldo: gli autotrasportatori. Sono consapevoli che un mezzo lavato e disinfettato ad ogni carico/scarico di animali avrà una durata maggiore e minori necessità di manutenzione? “Purtroppo non sempre e non ovunque -risponde Ledoux-. E spesso l’errore è quello di utilizzare prodotti corrosivi che compromettono la durata dell’automezzo”.

Quali sono gli aspetti da attenzionare all’impianto di macellazione in un’ottica di igiene e prevenzione lo spiega Massimo Manfron. “I macelli operano spesso a pieno regime con un ritmo di lavoro molto intenso e proprio per la tipologia di processo l’ambiente è ad alto rischio di contaminazione microbica. Occorre, quindi, mettere in atto procedure di disinfezione sia durante la macellazione, mi riferisco ad esempio ai coltelli in uso, che a fine lavorazione. Questo vuol dire studiare l’intero processo e dotarsi di procedure di pulizia e disinfezione differenziate in base a superfici, contaminanti, rischio correlato, senza trascurare il risparmio di risorse sempre più preziose come l’acqua e l’energia”.

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EFA News - European Food Agency
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