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Integrazioni salariali in pandemia: ristorazione e alloggio confermano il primato

Ne hanno usufruito il 50,3% dei lavoratori del settore il primo anno e il 33,6% durante il secondo /Allegato

Molto più basso (5,2%) il dato dei beneficiari nel settore agricolo.

Nel 2022 poco meno di un quarto della popolazione (24,4%) è a rischio di povertà o esclusione sociale, quasi come nel 2021 (25,2%). Tuttavia, con la ripresa dell’economia, si riduce significativamente la popolazione in condizione di grave deprivazione materiale e sociale (4,5% rispetto al 5,9% del 2021) e rimane stabile la popolazione a rischio di povertà (20,1%). A riferirlo è una nota dell'Istat.

Nel 2021 il reddito medio delle famiglie (33.798 euro) è tornato a crescere sia in termini nominali (+3%) sia in termini reali (+1%). Nel 2021 il reddito totale delle famiglie più abbienti è 5,6 volte quello delle famiglie più povere (rapporto sostanzialmente stabile rispetto al 2020). Tale valore sarebbe stato più alto (6,4) in assenza di interventi di sostegno alle famiglie.

Una parte del report dell'Istat approfondisce i dati sulle integrazioni salariali nei primi due anni di pandemia. Nel 2020, ne hanno usufruito di più i seguenti settori: alloggio e ristorazione (50,3% dei lavoratori del settore), industria in senso stretto (49,3%) e costruzioni (48,3%), mentre interessano solo marginalmente il settore delle attività finanziarie e assicurative (8,9%) e l’agricoltura (5,2%).

Nel secondo anno di pandemia (2021), il settore alloggio e ristorazione si conferma al vertice di chi ne fa maggiore uso (33,6%), seguito dal settore delle costruzioni (24,3%), dei trasporti(19,9%) e del commercio (19,6%).

In allegato a questa EFA News il testo integrale e la nota metodologica dell'Istat.

Allegati
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EFA News - European Food Agency
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