Mondelez/2. Le bugie hanno le gambe corte. Ed ecco i perché del boicottaggio
E' dal 2022 che la multinazionale dice di voler lasciare la Russia, ma...
Mondelez si lamenta che nel Nord Europa, in Svezia e Norvegia in primis, stanno boicottando pesantemente i suoi prodotti, soprattutto quelli noti con i marchi Freia e Marabou. Il motivo è ormai noto: la continua presenza della multinazionale in terra russa, nonostante la guerra contro l'Ucraina. Se parecchie aziende, come Heineken e Starbucks, hanno tagliato i ponti con la Russia, Mondelez continua a fare affari nel Paese.
A ben guardare, è dal 2022 che l'azienda tira e molla con la questione dell'abbandono di Mosca. L'anno scorso, l'amministratore delegato Dirk Van de Put ha dichiarato che l'azienda mantiene 3.000 dipendenti in Russia e lavora con 30.000 fornitori. "Ci siamo resi conto che sarebbe stata una decisione un po' dura abbandonare tutto questo da un giorno all'altro -ha detto l'ad in un'intervista nell'ottobre del 2022-. Abbiamo deciso che probabilmente sarebbe stato meglio vedere cosa succede e non sostenere la guerra in nessun modo possibile".
Quando l'invasione è iniziata, parecchie aziende di tutto il mondo hanno interrotto o ridotto tutte le operazioni in Russia per mostrare solidarietà all'Ucraina. Da parte sua, Mondelez ha rilasciato una dichiarazione all'inizio del 2022, affermando che stava riducendo le operazioni non essenziali in Russia. Ma l'azienda ha anche affermato che avrebbe continuato a consegnare forniture alimentari al Paese. "Vendiamo cioccolato e biscotti. In alcuni Paesi, i biscotti sono considerati parte di una dieta normale -ha spiegato Van de Put all'epoca-. In molti paesi i biscotti sono un prodotto per la prima colazione. Quindi, riteniamo di fornire prodotti al consumatore normale in Russia".
Quella del boicottaggio in atto è solo l'ultima presa di posizione contro la multinazionale del food che, da quando la Russia ha invaso l'Ucraina, è stata attaccata dagli attivisti dell'Europa orientale i quali hanno sostenuto prontamente che l'azienda doveva interrompere subito e completamente il suo legame con la Russia. All'inizio del 2022, anche alcuni dipendenti dell'azienda l'hanno criticata per aver promosso i biscotti Oreo "The Batman" nel Paese.
Eppure Van de Put ha sempre affermato che le operazioni di Mondelez in Russia sono minime. "Abbiamo smesso di investire nel Paese, non facciamo più investimenti di capitale. Non facciamo pubblicità -disse l'ad già l'anno scorso-. Stiamo rendendo il Paese completamente autonomo dal punto di vista della catena di approvvigionamento. E se la situazione dovesse peggiorare, potremmo dover prendere altre decisioni".
Finora, però, queste "altre decisioni" non sono state prese. Anzi, pochi giorni fa l'azienda ha dichiarato, per l'ennesima volta, di avere ridimensionato le operazioni in Russia, di aver interrotto i nuovi investimenti di capitale, il lancio di prodotti e la spesa per i media pubblicitari. Più o meno le stesse già dette anche un anno fa.Tanto per non smentirsi, come come ha fatto pochi giorni fa, anche l'anno scorso l'ad metteva le mani avanti insistendo sul fatto che l'azienda sta perseverando nonostante le battute d'arresto. Che sono di fatto il calo delle vendite e dei volumi. "Se sospendessimo tutte le nostre attività, rischieremmo di cederle a un altro soggetto che potrebbe utilizzare tutti i proventi per i propri interessi" ha dichiarato l'azienda l'altro ieri, 19 giugno (vedi EFA News). Insomma guerra o non guerra, è sempre e solo una questione di soldi. E di bugie...
EFA News - European Food Agency