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Piemonte: dopo grandinata, Regione chiede stato di calamità

Danni a tutte le coltivazioni, nel torinese nocciole perdute fino all'80%

Il governatore Alberto Cirio promette risarcimenti agli agricoltori.

Anche in estate inoltrata, non si placano le ondate di maltempo nel Centro-Nord Italia. Come sempre a farne le spese più grandi è sempre l'agricoltura. Dopo l'Abruzzo (leggi notizia EFA News), l'ultima Regione a chiedere lo stato di calamità è stato il Piemonte. 

Violente grandinate si sono abbattute nel pomeriggio di ieri nelle provincie di Torino, Cuneo, Asti e Alessandria, provocando danni e disagio in particolare nelle campagne delle Langhe e del Monferrato. I funzionari dell'assessorato regionale all'Agricoltura stanno effettuando in queste ore un sopralluogo nelle aree colpite. Sin dalle 13 di ieri, è stata emessa un'allerta gialla, con un intervento dei Vigili del Fuoco ad Alba per mettere in sicurezza un ponteggio pericolante. 

Il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio ha confermato segnalazioni di "chicchi grandi come palline da tennis" e di "ingenti danni alle coltivazioni". Il governatore ha quindi mobilitato i monitoraggi dei funzionari regionali e lui stesso si è recato in alcune località danneggiate. Cirio ha quindi "attivato tutte le procedure per la richiesta dello stato di calamità perché i danni sono enormi e gli agricoltori dovranno essere risarciti”.

Nel torinese sono andate perse la maggior parte delle coltivazioni non protette da serre e reti. La Coldiretti locale segnala danni in particolare alle zucchine e alle zucche, mentre a Pralormo, i produttori segnalano la perdita di almeno l'80% del raccolto di nocciole. Altre severe conseguenze si rincontrano per il mais e i girasoli.

Dovremmo immaginare tutti la frustrazione di questi agricoltori – osserva il presidente di Coldiretti Torino, Bruno Mecca Cici – Proprio mentre iniziava la tanto attesa trebbiatura del grano o mentre inizia la stagione degli ortaggi o si osservano mais e nocciole svilupparsi con buone promesse di raccolto, ecco la batosta. I nostri agricoltori, ancora una volta, provano sulla loro pelle gli effetti devastanti dei cambiamenti climatici non dovuti all’agricoltura. Così, dopo un 2022 siccitoso questo 2023 si sta rivelando un anno disastroso per le grandinate e gli allagamenti con fenomeni tropicali che non erano conosciuti con questa frequenza e questa forza distruttiva”.

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EFA News - European Food Agency
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