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Aspartame/4. Coca Cola e PepsiCo non temono l'Oms

Le due aziende non cambiano rotta: i loro prodotti, dicono, sono al sicuro

La notizia sull'aspartame giudicato possibilmente cancerogeno dall'Oms (vedi EFA News) sta scatenando, com'era prevedibile, una ridda di reazioni dal mondo imprenditoriale. Primi fra tutti, a esporsi, sono i grandi marchi del food and beverage che potrebbero essere colpiti maggiormente dalla decisione visto che lo utilizzano per i prodotti. 

Secondo gli analisti, per esempio Coca-Cola sarà meno penalizzata dall'incombente decisione dell'Oms sull'aspartame. la multinazionale, sostengono gli esperti, subirà solo un impatto limitato dalla classificazione del dolcificante artificiale usato nella sua Diet Coke, l'aspartame appunto, come possibile cancerogeno: questo, sostengono gli analisti, grazie alla sua scala di produzione.

La classificazione del diffuso additivo, è vero, potrebbe indurre i consumatori, le aziende alimentari, i rivenditori e i ristoranti a decidere se reagire o trovare alternative. Ma per Coca-Cola, i cui prodotti a basso contenuto calorico hanno rappresentato un terzo dei volumi totali venduti nel 2022, gli analisti hanno detto che passare a un dolcificante naturale potrebbe essere più facile rispetto a molte altre aziende che utilizzano l'aspartame.

"Coca-Cola ha uno dei migliori sistemi di produzione e distribuzione a livello globale e ha superato con successo molti ostacoli in passato, come le tasse sullo zucchero e le relative riformulazioni", sottolinea Charlie Higgs, partner associato di Redburn Ltd, società di ricerca sui beni di consumo. Nel 2012, per esempio, aziende come Coca Cola avevano modificato il processo di produzione del colorante caramello per soddisfare i requisiti di un'iniziativa elettorale della California che mirava a limitare l'esposizione delle persone alle sostanze chimiche tossiche.

Secondo l'analista di mercato Grzegorz Drozdz della società di investimenti Conotoxia Ltd, il passaggio all'aspartame potrebbe "colpire la redditività a breve termine della Coca-Cola": l'esperto, però, non vede un "forte declino nella sua crescita a lungo termine: questo grazie alla forza della storia produttiva".

PepsiCo, altra protagonista di questa fase di cambiamenti, al contrario, dicono gli analisti, potrebbe essere avvantaggiata rispetto alla rivale in quanto ha abbandonato l'aspartame per passare a una miscela di sucralosio e acesulfame di potassio. L'azienda ha sostituito per la prima volta l'additivo da alcune bibite dietetiche statunitensi nel 2015, ma lo ha riportato in alcuni prodotti un anno dopo.

Dall'headquarter di PepsiCo, non a caso, arriva la dichiarazione che l'azienda non ha intenzione di cambiare il proprio portafoglio nonostante la decisione dell'Oms. Lo ha dichiarato già ieri, ancora prima che la decisione dell'Oms diventasse ufficiale, il direttore finanziario Hugh Johnston.

"Non abbiamo in programma di cambiare il portafoglio prodotti rispetto alla situazione attuale dell'aspartame", ribadisce Johnston. L'aspartame, scoperto nel 1965 dal chimico americano James Schlatter, è circa 200 volte più dolce del normale zucchero da tavola.
Johnston sottolinea che sono stati condotti oltre 100 studi sull'aspartame, che hanno concluso che si tratta di un ingrediente sicuro.

"Il peso delle prove scientifiche suggerisce di gran lunga che l'aspartame è sicuro come ingrediente, e ovviamente ha il vantaggio di essere a zero calorie - aggiunge il manager-. Probabilmente è presente in alcuni prodotti, ma non è una parte enorme. L'unica cosa da tenere a mente è che l'aspartame è un dolcificante. Ci sono molti dolcificanti diversi che utilizziamo e, onestamente, è relativamente facile per noi cambiare dolcificante se diventasse una cosa importante da fare", conclude Johnston.

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EFA News - European Food Agency
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