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Grano Ucraina: scadenza 15 settembre "inaccettabile" per l'Ungheria

Budapest vorrebbe prolungare il divieto di importazione per proteggere i propri agricoltori

La scadenza del 15 settembre imposta ai Paesi dell'Unione europea confinanti con l'Ucraina per la revoca del divieto di importazione dei cerali dal Paese in guerra, è "per noi inaccettabile". Così si è espresso il ministro ungherese dell'agricoltura István Nagy, nel corso di una conferenza stampa a Varsavia, assieme ai suoi omologhi di Polonia, Bulgaria, Romania e Slovacchia.

Il ministro ha ricordato che è stato firmato un accordo (leggi notizia EFA News), in base al quale i cinque Paesi menzionati "continueranno a cooperare sulla questione dei cereali ucraini". Nagy ha aggiunto che se l'Unione europea non proroga la scadenza almeno fino al 31 dicembre, l'Ungheria "utilizzerà tutti i suoi mezzi - ha detto il ministro - per garantire che gli agricoltori ungheresi non soffrano ulteriori pesantissimi oneri economici". Secondo Nagy, i Paesi dell'accordo hanno stabilito di sostenersi a vicenda nel caso di altri prodotti agricoli che possano causare perturbazioni del mercato, al fine di offrire soluzioni che "possono contribuire alla sopravvivenza dell'economia e ad affrontare i problemi degli agricoltori".

A livello dell'Ue, i cinque Paesi vogliono sviluppare una "solidarietà europea comune" che "aiuterebbe i prodotti provenienti dall'Ucraina a raggiungere paesi terzi dove sono molto richiesti da chi ne ha bisogno", ha proseguito il ministro.

Nagy ha sottolineato che l'azione congiunta dei cinque paesi "non è contro l'Ucraina, né contro gli agricoltori ucraini" ma è necessaria per proteggere i propri agricoltori. Inoltre, ha rilevato, è importante eliminare le interruzioni nel funzionamento dei corridoi di solidarietà. "Non possiamo avere una situazione in cui i cereali siano bloccati nei paesi di confine a causa del costoso trasporto terrestre", ha concluso il ministro ungherese dell'Agricoltura.

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EFA News - European Food Agency
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