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Inflazione: rallentamento a luglio, secondo le stime Istat

Stessa tendenza per quanto riguarda i beni alimentari/Allegato

Secondo le stime preliminari, nel mese di luglio 2023 l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (Nic), al lordo dei tabacchi, registra un aumento dello 0,1% su base mensile e del 6,0% su base annua, da +6,4% del mese precedente.

La decelerazione del tasso di inflazione si deve, in prima battuta, al rallentamento su base tendenziale dei prezzi dei servizi relativi ai trasporti (da +4,7% a +2,4%), dei beni energetici non regolamentati (da +8,4% a +7,0%) e, in misura minore, degli alimentari lavorati (da +11,5% a +10,9%), degli altri beni (da +4,8% a +4,6%), dei servizi vari (da +2,9% a +2,7%) e dei tabacchi (da +2,5% a +1,9%). Tali effetti sono stati solo in parte compensati dalle tensioni al rialzo dei prezzi degli alimentari non lavorati (da +9,4% a +10,4%) e dei Servizi relativi all’abitazione (da +3,5% a +3,6%).

L’“inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi rallenta ancora (da +5,6% a +5,2%), così come quella al netto dei soli beni energetici (da +5,8%, registrato a giugno, a +5,6%).

Si attenuta la crescita su base annua dei prezzi dei beni (da +7,5% a +7,1%) e quella dei servizi (da +4,5% a +4,1%), mantenendo stabile il differenziale inflazionistico tra il comparto dei servizi e quello dei beni a -3,0 punti percentuali.

I prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona rallentano lievemente in termini tendenziali (da +10,5% a +10,4%), come anche quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +5,7% a +5,6%).

L’aumento congiunturale dell’indice generale si deve principalmente all’aumento dei prezzi degli alimentari lavorati (+0,9%), dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona e dei Servizi relativi ai trasporti (+0,4% entrambi), dei beni non durevoli e dei servizi vari (+0,3% entrambi); tali effetti sono stati in parte compensati dal calo dei prezzi degli energetici, sia regolamentati (-1,5%) sia non regolamentati (-1,3%), degli alimentari non lavorati (-0,8%) e dei Tabacchi (-0,6%).

L’inflazione acquisita per il 2023 è pari a +5,7% per l’indice generale e a +5,1% per la componente di fondo.

In base alle stime preliminari, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo (Ipca) diminuisce dell’1,5% su base mensile, a causa dei saldi estivi di cui il Nic non tiene conto, e aumenta del 6,4% su base annua (in decelerazione da +6,7% di giugno).

In allegato a questa EFA News, il testo integrale e la nota metodologica dell'Istat.

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EFA News - European Food Agency
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