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La peste suina "uccide" la storica sagra ligure della carne sulla "ciappa"

Dopo 60 anni, nel chiavarese la carne cotta su lastre di ardesia è il primo evento abolito per restrizioni e divieti

La peste suina fa un'altra vittima. Questa volta non si tratta di animali e nemmeno di esseri umani ma, più prosaicamente, e forse anche più "sentimentalmente" di una festa popolare che aveva proprio nella carne il suo centro di aggregazione. Parliamo della tradizionale festa della "carne in 'sa ciappa", la carne sulla lastra di ardesia, che si tiene, o meglio si teneva ogni anno l'ultima domenica di luglio in Liguria, a Lorsica, nell'entroterra chiavarese.

Quest'anno carenza di volontari e, soprattutto, restrizioni per la peste suina si sono rivelate decisive. E così, per la prima volta in Liguria e probabilmente anche in Italia, viene a mancare uno storico appuntamento popolare per colpa delle recenti normative attuate in conseguenza di covid e cambiamento climatico.

«La 'carne in ’sa ciappa' è un piccolo pezzo di storia che se ne va -sottolinea Renato Lagomarsino che ha inventato la sagra nel 1962-. La colpa è del covid, che ha interrotto la tradizione. Poi c’è stata la scomparsa di persone che ne curavano l’organizzazione, infine sono venuti i divieti e le regole stringenti per l’accensione dei fuochi e per impedire la diffusione della pesta suina". 

In particolare, quest’anno, il territorio di Lorsica è rapidamente finito nella zona rossa, con divieto di assembramento oltre le venti persone e gli obblighi stringenti di pulizia. E così, dopo oltre sessant’anni, è venuto meno un evento molto particolare, che ha segnato la storia recente della Fontanabuona. E che difficilmente potrà tornara a vivere.

Perchè quella di Lorsica non è una sagra qualunque, come tante che sono proliferate nel corso degli anni, anche seguendo un poi le mode e le tendenze del momento. La carne sulla "ciappa" era “la” sagra originaria, da cui sono derivate tutte le altre. La tradizione era, infatti, quella di una gita fuori porta, in concomitanza con feste e ricorrenze religiose, per andare ad accendere fuchi sui prati e cuocere la carne (e la salsiccia, o anche i cinciulin, le interiora) su una bella lastra di ardesia.

"La sagra era originale per la sua spontaneità -aggiunge Lagomarsino, storico del luogo, 92 anni portati con leggerezza-. Ogni gruppo doveva portarsi carne ed altre provviste. Non come nelle attuali sagre dove si trova tutto pronto e occorre ordinare e fare la fila per lo scontrino alla cassa. Anche per questo ebbe subito un grande successo per la sua particolare impostazione e vi restò, anno dopo anno, fino al 1980. Gli organizzatori provvedevano a pulire il bosco, preparavano i "fuochi" (quattro pietre, una lastra d'ardesia e fascetti di legna) e invitavano i gruppi intervenuti a fare allegria con musiche, canti e originali addobbi dei fuochi".

Dagli anni Ottanta, l’evento si è spostato a Lumarzo, Orero, Verzi, Corsiglia, poi definitivamente nella frazione di Lorsica, organizzato dal gruppo denominato “Giovani di Verzi”. Adesso la storia e la tradizione finiscono.

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EFA News - European Food Agency
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