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Giappone riversa acque di Fukushima: Hong Kong non ci sta

Governatore annuncia taglio import ittico-alimentare da 13 regioni nipponiche

Tira aria di guerra commerciale tra Hong Kong e Giappone. Il governatore John Lee (foto) ha chiesto l'applicazione immediata dei tagli all'import alimentare da Tokyo, a seguito della decisione giapponese di riversare in mare le acque radioattive della centrale nucleare di Fukushima, danneggiata dallo tsunami del 2011.

"La sicurezza alimentare e la salute pubblica a Hong Kong sono le massime priorità del governo di Hong Kong", scrive Lee su Facebook. "Ho immediatamente incaricato
i dipartimenti governativi competenti di attivare le misure di controllo delle importazioni per proteggere la sicurezza alimentare e la salute pubblica a Hong Kong".

Il blocco all'import giapponese avrà applicazione effettiva da giovedì 24 agosto, giorno in cui inizierà il riversamento delle acque a Fukushima. Il governo giapponese assicura che l'operazione non desta problemi di sicurezza, avendo anche ricevuto il placet dell'organismo di vigilanza nucleare delle Nazioni Unite.

Hong Kong e la Cina, tuttavia, esprimono diffidenza e preoccupazione per il provvedimento nipponico. Il governatore Lee ha aggiunto che il rilascio delle acque a Fukushima è "irresponsabile" e pone "rischi per la sicurezza alimentare, l'inquinamento irreparabile e la distruzione dell'ambiente marino".

Nel suo post su Facebook, Lee afferma di aver comunicato al ministro dell'Ambiente Tse Chin-wan e ai dipartimenti competenti di attivare immediatamente i controlli sulle importazioni per proteggere la sicurezza alimentare e la salute pubblica. "Non c'è alcuna tabella di marcia a questo punto sulla durata del divieto", ha detto Tse in una conferenza stampa, aggiungendo che la decisione dipenderà dai dati e dalle informazioni provenienti dal Giappone dopo lo scarico.

A luglio, il governo di Hong Kong affermò che il divieto avrebbe riguardato i prodotti acquatici importati dalle regioni giapponesi di Tokyo, Fukushima, Chiba, Tochigi, Ibaraki, Gunma, Miyagi, Niigata, Nagano e Saitama. Le esportazioni da altre 13 regioni sarebbero ancora consentite. La misura riguarda i prodotti acquatici vivi, congelati, refrigerati, essiccati, il sale marino e le alghe.

Hong Kong è il secondo mercato più grande del Giappone, dopo la Cina continentale, per le esportazioni di prodotti agricoli e di pesca. I ristoranti giapponesi sono popolari nella regione amministrativa speciale della Cina e il Giappone è una delle mete turistiche preferite da molti residenti.

Molti ristoranti sono alle prese con l’imminente divieto, e alcuni stanno pianificando di aggiungere più carne ai loro menu poiché prevedono perdite fino al 40%. Anche il polo del gioco d’azzardo di Macao attuerà il divieto a partire da giovedì, coprendo i beni provenienti dalle stesse dieci regioni giapponesi.

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EFA News - European Food Agency
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