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CLARA MOSCHINI

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Il governo stanzia 3 milioni per il granchio blu in Toscana

A favore di consorzi e imprese di acquacoltura che catturano e smaltiscono il crostaceo

Il granchio blu si sta diffondendo rapidamente nelle coste toscane, mettendo a rischio la biodiversità marina e le imprese della pesca. Per questo, il Governo ha stanziato 2,9 milioni di Euro per contenere la proliferazione, ma servono misure più mirate per garantire ristori alle imprese. L’allarme va dalla Maremma alla Versilia dove pare si stiano moltiplicando avvistamenti e catture, ma soprattutto danneggiamenti alle attrezzature di pesca, in particolare alle reti che vengono tagliate dalle potenti chele. 

"Il crostaceo non ha in questo momento predatori naturali nel nostro mar Mediterraneo -sottolineano gli ersperti- L’unica specie candidabile, oltre all’uomo, potrebbe essere il polpo che deve però ancora abituarsi a questo nuovo inquilino". Fino all'anno scorso gli avvistamenti e le catture erano molto contenute. In un anno il quadro è completamente mutato. Ormai è presente su quasi tutte le nostre coste e rappresenta un pericolo.

Lo stanziamento di 2,9 milioni di Euro va a favore dei consorzi e delle imprese di acquacoltura che provvedono alla cattura e al suo smaltimento. La prima azione da fare, adesso, è arrivare a una prima stima dei danni alle attrezzature e alla mancata produzione per capire anche la portata di questo fenomeno e per garantire rapidi ristori alle imprese. 

Il granchio blu, ribadiscono gli esperti, può essere anche un'opportunità per il settore della ristorazione, della vendita dove già oggi, in alcune zone, si possono trovare a un prezzo di otto euro al chilo, e della trasformazione visto che all’estero, soprattutto negli Stati Uniti, è un prodotto molto richiesto ed apprezzato.

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EFA News - European Food Agency
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