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Grano Ucraina: fumata nera. Ora che succederà?

L'ira di Putin: "Occidente ha mentito, lascia solo il 3% dei cereali ai Paesi poveri"

La replica di Kiev: "Non ci si può fidare dei ricatti e dei capricci di Mosca".

All'indomani dell'incontro a Sochi tra Vladimir Putin e Recep Tayyip Erdogan, a che punto è la trattativa sul grano ucraino? Ci sono margini per una riconciliazione almeno su questo fronte? Il presidente russo non ha chiuso le porte ad un compromesso, tuttavia la condizioni da lui poste (leggi notizia EFA News) sono ancora ben lungi dall'essere soddisfatte. Assodato che il vertice di Sochi non ha portato ad alcuna intesa per un ripristino della Black Sea Grain Initiative, è altrettanto vero che ieri Ergodan incontrava Putin con un pacchetto di proposte che arrivavano direttamente dall'Onu e di cui il presidente turco si faceva mediatore.

E' noto che, da tempo il presidente russo chiede non vengano posti ostacoli alla libera circolazione di grano e fertilizzanti, ed è altrettanto evidente che queste condizioni non possono ancora essere soddisfatte. "Crediamo che i punti mancanti vadano risolti e che l'accordo continuerà. Sono ottimista sul fatto che potremo raggiungere una soluzione con i nuovi sforzi dell'Onu", ha detto Erdogan.

Da parte sua, Putin ha annunciato la fornitura gratuita di cereali russi a sei Paesi africani (Burkina Faso, Zimbabwe, Mali, Somalia, Repubblica Centrafricana ed Eritrea), accusando l'Ucraina di aver utilizzato il corridoio del grano attraverso il Mar Nero "per attentati terroristici contro installazioni civili e militari russe". Il presidente russo si è sentito tradito dall'Occidente, allorché, invece di privilegiare i Paesi in via di sviluppo, avrebbe indirizzato "più del 70%" del grano ucraino verso i "paesi ricchi, principalmente dell'Unione europea", riservando "solo il 3% alle nazioni che hanno realmente bisogno di aiuti alimentari".

Nel frattempo da Kiev, arrivano parole tutt'altro che concilianti. "La nostra posizione è molto semplice: l'Iniziativa del Mar Nero (come si chiama tecnicamente l'accordo per l'export sicuro di grano ucraino) deve essere ripristinata", ma non deve essere soggetta "ai capricci e ai ricatti della Russia", ha dichiarato il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba.
"Non ci si può fidare della Russia e dobbiamo sviluppare corridoi alternativi per il grano dal Mar Nero", ha aggiunto Kuleba, ricordando che che sia Putin che Erdogan avevano affermato che "non esiste un'alternativa sostenibile, sicura e duratura all'Iniziativa del Mar Nero".

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EFA News - European Food Agency
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