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Così non va, Oscar

"Siamo sbigottiti". La Camera di commercio di Bologna vuole vederci chiaro sullo stop a Fico

"Tutta la città è infastidita e, come rappresentante del mondo economico, è impossibile tacere: intervengo raramente, ma questa volta il silenzio sarebbe un errore". Così Valerio Veronesi, numero uno della Camera di Commercio di Bologna, interviene sulla questione derlla chiusura di Fico, la ormai ex creatura di Natale "Oscar" Farinetti. Il quale, quasi da un giorno all'altrro, ha decsio di chiucere baracca e burattini e passare a un'altra idea, il Grand Tour Italia (leggi EFA News).

Non è piaciuto, in sostanza, l’annuncio in pompa magna del restyling di Fico. Ma non è piaciuta nemmeno la "forma", estemporanea, a dir poco. Veronesi per primo avrebbe preferito la strada della "condivisione".

La notizia della chiusura del mega-parco ha mandato in fibrillazione soci e imprenditori, politici, sindacati, comuni cittadini: i clienti, per esempio, chiedono se i biglietti già acquistati, con validità al 2025, resteranno validi dopo lo stop, ma dalle risposte sui social non sembra sarà così. Persino lo stesso personale di Fico è rimasto di stucco, per usare un eufemismo: con una nota piuttosto striminzita ha ripreso e poi sfumato le stesse parole usate dal patron di Eataly, parlando sì di "incredibile metamorfosi" e di "idea conclamata", ma anche di "tempi e modi tutti da definire" e di una chiusura temporanea definita solo "eventuale", mentre è stato Farinetti stesso ad annunciarla. 

Quello che non è chiaro, e che chiedono i sindacalisti "preoccupati", è il futuro dei lavoratori che vivono "un’assoluta mancanza di rispetto e di considerazione", secondo Filcams-Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs.

In un'intervista al Resto del Carlino Veronesi ribadisce che l'iniziativa di Farinetti di chiudere Fico ha fatto alzare un polverone di cui è responsabile solo l'imprenditore. "Il nostro territorio si distingue per la condivisione e penso che l’imprenditore in questione non lo sappia", commenta Veronesi.

"Nessuno ci ha avvisati -prosegue-. E non si è nemmeno cercato un incontro preventivo per condividere. Poi c’è una cosa che non va dimenticata: che questo è nato come un progetto della città, tra associazioni, imprese, privati, tutti in prima fila per rispondere a quella che doveva essere, dopo Fiera, Caab, Marconi e interporto, un’opportunità di sviluppo".

Insomma, dalle parole del presidente della Camera di Commercio par di capire che quello di Fico non è stato, fin dall'origine, un discorso meramente economico. "Abbiamo investito sulla fiducia -spiega Veronesi-. Sì, c’era un piano. Un piano che, se esaminato in termini economici, da sempre ha mostrato difficoltà. Forma e sostanza, come dicevo, ed è dalla forma che si genera la fiducia. Se vuoi portare un messaggio, prima devi spendere la faccia: Farinetti l’ha fatto, ma si è dimenticato un pezzo".

Cosa preoccupa, ora? "Parlo da imprenditore -risponde Veronesi-. Le 40 aziende che lavorano a Fico che fine faranno? Ci saranno ristori per i mesi di stop? E i dipendenti, saranno tutelati? Quando si parla di persone che perdono il lavoro, è sempre una sconfitta. E noi, quando avremmo un progetto esecutivo? Ad oggi, siamo solo sbigottiti".


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