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CLARA MOSCHINI

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Il granchio blu non si fa prendere: rompe le reti in mare aperto

Nuovo allarma e Goro e Porto Garibaldi (Ferrara): attesa per la riunione di domani al ministero

Hanno un bel dire i Soloni da scrivania che, per combattere il granchio blu, la mettono giù facile: trasformiamolo in opportunità sulla tavola. Il difficile, sembra sia proprio farcelo arrivare, sulla tavola. Perché le ultime notizia della zona maggiormente colpita dal predatore, ossia Goro e Porto Garibaldi (Ferrara) dicono che anche in mare aperto il granchio blu dilaga e costituisce un’insidia per le specie ittiche che avrebbero dovuto ripopolare i fondali durante il mese e mezzo di fermo pesca. 

A due settimane dwseaqzall’inizio della nuova annata,riporta La Nuova Ferrara, i pescatori delle due marinerie locali di Goro e Porto Garibaldi si uniscono al grido d’allarme dei colleghi che operano nel settore della molluschicoltura. 

"A 10-12 miglia dove ci spingiamo a pescare, perché a distanze inferiori non c’è pesce, vuoi per le temperature ancora elevate, vuoi per l’assenza di mareggiate che potrebbero smuovere i fondali, troviamo grandi quantità di granchi blu e la compresenza di femmine (80%) e maschi (20%), mentre sino allo scorso anno si trovavano solo femmine sotto costa, che si spostavano più al largo solo per deporre le uova", spiega Mauro Gennari, presidente della cooperativa Isperia, dedita allo strascico. 

"Se la Regione vuole cercare di arginare questo problema, deve andare incontro alle richieste dei pescatori -aggiunge Gennari-. In dieci ore di pesca un peschereccio può raccogliere diversi quintali di granchi blu". E anche se nelle prime otto settimane di pesca dall’11 settembre scorso, quando è cessato nell’Alto Adriatico il fermo pesca biologico, i pescherecci possono calare le reti dalle 4 miglia in poi (dalle 6 miglia quelli più grandi), tutti raddoppiano le distanze dalla costa per via della penuria di pescato prima delle 10-12 miglia.

In questa prima fase di ripresa dell’attività di pesca finiscono nelle reti solo canocchie (piccole), seppie (poche), discrete quantità di mazzancolle (in prevalenza piccole) e qualche sogliola. A incidere sul reddito dei pescatori interviene anche il costo del gasolio, arrivato alla soglia di guardia di 1,05 Euro al litro. 

"I nostri pescatori registrano quotidianamente la presenza del granchio blu anche dalle 9 alle 12 miglia -sottolinea Vadis Paesanti, vicepresidente di Confcooperative Fedagripesca Emilia-Romagna-. La proliferazione invasiva e massiva è stata rilevata da Goro fino a Cervia. Teniamo conto che ogni giorno ogni peschereccio arriva a pescare fino a 2 quintali e mezzo di granchio blu". 

Stando ai numeri, la vendita al chilo del crostaceo alieno dal carapace blu cobalto, si attesta, al mercato di Goro sui 30 centesimi al chilo, sino ad un massimo di 2,5 Euro “nei giorni buoni”. La caduta in picchiata libera dei prezzi, dalla scorsa estate ad oggi è anche e soprattutto collegata alle ingenti quantità di granchio blu pescate. 

"Il 99% dei granchi pescati dai pescherecci -prosegue Paesanti-, finisce allo smaltimento in banchina. I pescatori li inseriscono negli appositi beans posizionati in aree predisposte sul porto e un mezzo pesante della ditta incaricata e autorizzata anche allo smaltimento del capulerio, li recupera". 

Intanto le associazioni riunite nell’Alleanza delle cooperative italiane Agci Agrital e Agci Emilia Romagna, Fedagripesca e Confcooperative Ferrara, Legacoop Agroalimentare e Pesca e Legacoop Estense comunicano che, "a seguito della convocazione di una riunione da parte del ministero dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste per domani, 26 settembre, avente ad oggetto l’emergenza granchio blu, il presidio programmato per il giorno 27 settembre davanti alla Prefettura di Ferrara è, allo stato attuale, sospeso in attesa degli esiti del confronto". 

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EFA News - European Food Agency
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