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CLARA MOSCHINI

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Le Cinque Terre entrano nel Registro dei paesaggi rurali storici

Pubblicato il decreto del ministro Lollobrigida che riconosce il ruolo di pubblica utilità agli agricoltori della zona

Il paesaggio dei terrazzamenti e della viticoltura delle Cinque Terre entra ufficialmente a far parte del prestigioso Registro nazionale dei Paesaggi rurali storici del ministero dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. L’atteso decreto a firma del Ministro Francesco Lollobrigida è stato accolto con grande soddisfazione del presidente del Parco nazionale delle Cinque Terre, Donatella Bianchi. L’appartenenza al registro, oltre a interpretare la complessità e l’unicità del paesaggio agricolo delle Cinque Terre come chiavi di eccellenza, dà accesso a strumenti di sostegno sempre più mirati, affermando il ruolo di pubblica utilità svolto dagli agricoltori. Un canale preferenziale attraverso cui intercettare risorse da destinare allo sviluppo di progetti agricoli sostenibili. 

L'iscrizione, infatti, consente di candidare l’area al programma Giahs (Globally important agricultural heritage sites) della Fao e concede la priorità di finanziamento su misure Psr (Piano di sviluppo rurale) e altre programmazioni nazionali e comunitarie. Promuove, inoltre, attività di ricerca che approfondiscano i valori connessi con il paesaggio rurale, anche al fine di tutelare la diversità bio-culturale. Favorisce la semplificazione dell’iter autorizzativo per gli interventi di recupero delle aree agricole in abbandono.

"L’area candidata -si legge nella menzione che ha valso l’importante riconoscimento- ricade interamente nel perimetro del Parco Nazionale delle Cinque Terre. Nonostante i forti fattori di pressione che storicamente hanno comportato l’abbandono delle fasce a vantaggio di investimenti nel settore turistico, il dossier di candidatura ha evidenziato come la dimensione del paesaggio terrazzato delle Cinque Terre abbia una forte valenza storica con ritrovamenti che testimoniano il ricorso a tecniche costruttive tradizionali fin dai primi insediamenti romani".

La significatività, si legge ancora nella menzione, "è definita sia con riferimento alle caratteristiche del mosaico paesaggistico, mantenuto nel tempo in un intreccio unico di aree coltivate e rinaturalizzate, zone boschive e infrastrutture rurali storiche sia, soprattutto, per le sistemazioni idraulico agrarie evidentemente leggibili sul territorio".

L’analisi dell’integrità sottolinea come circa 63,18% del territorio candidato sia rimasto immutato dal 1973 al 2020. Emerge con forza, conclude la menzione, che il paesaggio ha una rilevanza storica e una sua unicità a livello mondiale dove la coltura della vite ne rappresenta l’elemento più emblematico.

"Quello delle Cinque Terre -sottolinea Bianchi- è un paesaggio verticale, unico, costruito da generazioni, pietra su pietra, fin nei minimi particolari, a partire dalle sistemazioni idraulico agrarie, come i muri a secco che assolvono ancora oggi ad una importante funzione di regimazione delle acque e hanno consentito di coltivare dove altrimenti non sarebbe stato possibile". 

"È nelle ragioni del vino che si origina questo miracolo architettonico irripetibile -aggiunge-. I paesaggi rurali storici di elevato valore architettonico, culturale, ecologico come quello delle Cinque Terre non si possono salvaguardare se non mantenendoli in produzione, a fronte di elevati costi di gestione. Questo atteso riconoscimento, rappresenta un decisivo fattore di tutela e al tempo stesso offre nuovi strumenti di valorizzazione all’insegna della sostenibilità, dando accesso a misure di sostengo ad hoc per l’unicità del nostro paesaggio, puntando ad esempio sulla ricerca, l'accessibilità e l’innovazione tecnologica”. 

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