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Birra /2: aumento accise preoccupa produttori

Osservatorio Birra teme ricadute negative anche sulla ristorazione e sull'agricoltura

Nel quadro di un 2023 particolarmente difficile per il comparto brassicolo, desta “grave preoccupazione per il settore il peso delle accise, destinate ad aumentare nuovamente a partire dal 1° gennaio 2024”, dichiarano dall’Osservatorio Birra. Se entrano in crisi i produttori, che rappresentano una minima parte del valore condiviso che la birra porta al Paese, ne risente tutta la filiera. In particolare i canali distributivi, la grande distribuzione (1.522,9 milioni di euro) e, soprattutto il fuori casa (6.579,8 milioni di euro), e cioè i ristoranti, le pizzerie, i pub e i bar, dove la birra, in virtù della sua marginalità costituisce una parte fondamentale del giro di affari.

Inoltre, una crisi della birra (leggi notizia EFA News) tocca anche l’agricoltura italiana. E non solo perché il settore agricolo fa parte della filiera della birra. Ma perché questa bevanda è un traino decisivo per la fetta di consumi agroalimentari nei 350mila punti di consumo: uno studio Osservatorio Birra/Piepoli dimostra infatti che quando al ristorante, in pizzeria, al pub o in trattoria si ordina una birra, 8 volte su 10 viene sempre accompagnata dal buon cibo della nostra tradizione agroalimentare italiana.

Un aumento di pochi centesimi di euro dell’accisa sulla birra finirebbe per far male a tutti. Anche al consumatore. Colpisce i produttori (già alle prese con costi sempre più insostenibili), riduce i margini degli esercenti, e ricade anche sul consumatore, perché viene anche gravata dall’Iva. Infatti, in una birra alla spina circa 80 centesimi sono imputabili all’accisa mentre su una bottiglia da 0,66 in offerta, il formato più venduto in Italia al supermercato, questa tassa incide per circa il 40% sul prezzo di vendita.

Sembra paradossale ma è così. La birra è l’unica bevanda da pasto gravata da accise, e in passato lo Stato, quando ha abbassato l’accisa sulla birra, ha incassato di più: +27% di entrate erariali nel 2017-2019 rispetto al triennio precedente, che aveva visto gli aumenti di questa tassa. Inoltre, con una minor pressione fiscale i produttori sono stati in grado di fare investimenti, lanciare nuovi prodotti, generando crescita e quindi gettito. Secondo Osservatorio Birra, una riduzione delle accise potrebbe alleggerire la pressione inflattiva per i consumatori e aumentare la competitività della filiera brassicola nazionale. E l’alleggerimento della pressione fiscale potrà fornire al mercato lo stimolo per riprendere la sua parabola di crescita.

 

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EFA News - European Food Agency
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