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Iwb, vendemmia in calo ma il marchio resiste e punta in alto

Intervista esclusiva con Alessandro Mutinelli, presidente e ceo di Italian wine brands


Un anno "estremamente complicato". Ha definito così questo 2023, Alessandro Mutinelli, presidente e ceo di Iwb, Italian Wine Brands, primo gruppo italiano del vino non cooperativo. Ai microfoni di Efa news, Mutinelli ha descritto così la situazione di questa annata vicina alla conclusione, nata sulle ceneri di un'altra annata complicata come quella 2022. Per giunta, quest'anno, i cahiers de dolèances si devono per forza allargare anche alla vendemmia che si è conclusa da poche settimane.

"I numeri definitivi sulla produzione italiana saranno resi noti solo verso dicembre ma l’annata è stata complicata -spiega Mutinelli-. Questo a causa delle avverse condizioni atmosferiche in molte zone italiane, specialmente nel centro sud, dove si sono avuti dei cali sensibili, che hanno toccato anche il 50 % in alcune zone. Nel centro-nord, invece, i cali, dove ci sono stati, sono contenuti. Il livello qualitativo delle uve è invece buono". 

"A livello di scenario di mercati -dice ancora il ceo-, le previsioni parlano di un calo sul totale tra il 10% e il 20%, con un andamento differente da regione a regione, a causa degli andamenti climatici e dei problemi di sanità che ne sono derivati.

Dal suo osservatorio privilegiato, fatto 180 milioni di bottiglie vendute da Iwb nel 2022 per un fatturato da 430,3 milioni di Euro, in crescita del 5,2% rispetto al 2021, il manager aggiunge che "è possibile che per quest’annata l’Italia perda il primato produttivo, che per anni l’ha vista in testa alle nazioni produttrici di vino. A bilanciare la ridotta produzione della vendemmia 2023 ci sono le scorte dell’annata precedente, che sono ancora consistenti a causa di un rallentamento globale dei consumi". 

"L’inflazione -prosegue Mutinelli- ha causato un calo del potere di acquisto dei consumatori e, come conseguenza, una diminuzione della domanda in tutto il mondo. Per questo motivo, le quotazioni dei vini, a eccezione delle qualità di base, i cosiddetti vini da tavola, non hanno avuto accelerazioni verso l’alto e si mantengono stabili sui livelli dell’anno precedente". Detto questo, Iwb attende un 2023 in linea con il 2022: "la previsione è di chiudere l’esercizio in linea con i volumi dello scorso anno".

D'altra parte le premesse ci sono tutte. A partire dai risultati della semestrale (leggi EFA News), "superiori alle aspettative" con ricavi in aumento a 196,8 milioni di Euro, l'11% in più rispetto al 1° semestre 2022. Positivo il risultato netto a 4,6 milioni di Euro, +17,7% rispetto a un anno prima e anche la redditività, anch'essa in aumento a 17,3 milioni di Euro, +21,4% rispetto al primo semestre 2022. Cresce, del 7,9% anche la generazione di cassa.

A remare contro quest'anno potrebbero essere i costi, rincarati tutti. Tipo quelli della benzina che impattano sulla logistica, o quelli del vetro. Partiamo dalla logistica. "I maggiori contratti logistici prevedono un automatismo di adeguamento al costo del carburante fuel surcharge -spiega Mutinelli-. Di conseguenza, le tariffe vengono adeguate costantemente: ad esempio, un 10 % di aumento del carburante porta d un aumento del 10 % della componente carburante del costo logistico".

Ebbene, nonostante questo, il 2023 si presenta ancora performante per un brand come Iwb. "Non ci sono tutte le criticità che si sono presentate nel 2022 -aggiunge il ceo-. L'anno scorso mancava anche la carta per fare i cartoni, per fare le etichette, mancavano le capsule per le bottiglie: da quel punto di vista, a eccezione del vetro che rimane una criticità anche per quest'anno, c'è un rientro, quindi una disponibilità di materia prima. E poi, forse c'è qualche piccolo ritocco sui costi, al ribasso".

Il vetro. Ecco, questo rimane "un dente che fa male", spiega Mutinelli-. Non solo è aumentato dell’80 % in 12 mesi, dal 1° gennaio 2022 al 1° gennaio 2023, ma addirittura dopo il 1° gennaio 2023 è aumentato di un altro 8%. E alcuni formati si fa anche fatica a trovarli sul mercato. Entro fine anno sembra che le vetrerie si potranno mettere in carreggiata con i quantitativi disponibili ma il vetro è ancora un tema di quest'anno. Ci si aspettava una riduzione, che non c’è stata. Stanno venendo meno i problemi di disponibilità, ma le quotazioni non sono scese".

Altro tema di quest'anno quello dei consumi. "È ancora presto per fare stime, abbiamo dati contrastanti -prosegue il presidente di Iwb-. Dopo tutti gli incrementi di costo che si sono toccati nel 2022, con i listini della gdo che sono aumentati anch'essi, non si potrà che stare a guardare come reagisce il consumatore finale. Gran parte della popolazione è a reddito fisso, quindi, in sostanza, la domanda è: il consumatore riuscirà ancora a consumare come prima? Taglierà qualche consumo? Quale? Sono domande che noi ci poniamo come produttori di beni di largo consumo".

A questo riguardo, spiegano i dati raccolti da Iwb, le prospettive a medio termine si confermano positive: il valore totale del commercio internazionale di vino dovrebbe raggiungere 40,31 miliardi di Euro nel 2025 rispetto a 31,59 miliardi di Euro del 2018. Il mercato dovrebbe essere trainato soprattutto dai mercati nordamericani e da quelli emergenti ma anche, inutile nasconderlo, dall'aumento dei prezzi. Quelle che preoccupano, invece, sono le prospettive a breve termine, che risultano ancora penalizzate dall'inflazione e dalla riduzione del potere d'acquisto dei consumatori.

"Il cliente è il nostro datore di lavoro -dice Mutinelli-. Lavoriamo insieme per renderli felici, in modo da garantire la nostra crescita, il benessere e la sicurezza". Ecco allora nuovi paesi dove il marchio viene distribuito come Turchia e Brasile, ma anche Colombia, Nigeria, Mozambico e Angola. Ed ecco anche i nuovi canali, come i supermarket Tesco, Migros, il travel retail e il duty free, la Rete Forst e il beverage del canale horeca Italia, insieme al lancio di Poggio del Concone e Ronco di Sassi negli Stati Uniti.

Fc - 35495

EFA News - European Food Agency
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