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CLARA MOSCHINI

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Pere, è crisi nera: perso un terzo delle superfici coltivate in 5 anni

Appello di tre consorzi a Meloni e Lollobrigida: 10 mln euro già elargiti non bastano

Molti comparti dell’agricoltura versano oggi in difficoltà, ma quello della pera sta vivendo la sua stagione più difficile. Al punto che è ormai reale il rischio di estinzione di questa eccellenza, che rappresenta uno dei vanti indiscussi della frutticoltura italiana. A sostenerlo sono i presidenti dei tre principali consorzi del settore: Mauro Grossi (Consorzio della Pera dell’Emilia Romagna Igp), Thomas Brandstaetter (Organizzazione Interprofessionale pera), Adriano Aldrovandi (UNAPera).

"Dal 2018 al 2023, a seguito delle avversità indotte dai cambiamenti climatici, è andato perso almeno un terzo della superficie coltivata. Nello stesso periodo si sono dimezzati i consumi anche per effetto della riduzione dell’offerta e, in quest’ultimo anno, la produzione si è ridotta addirittura a un terzo rispetto al 2022, anno già al di sotto della media, per effetto delle gelate primaverili e dell’alluvione", scrivono i tre presidenti in una lettera aperta al presidente del Consiglio dei Ministri, Giorgia Meloni, e al ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida.

Nonostante le difficoltà, i produttori, attraverso le tre associazioni menzionate, "stanno continuando a investire, impegnandosi per quanto possibile in due direzioni - si legge nella lettere -. Da un lato, ricercando soluzioni produttive sostenibili con l’aiuto della scienza, dall’altro sensibilizzando distributori e consumatori sull’importanza di prediligere la qualità delle nostre pere e sostenere un comparto che, tra dipendenti e indotto diretto e indiretto, impiega oltre 50.000 persone, così da rendere questa emergenza di interesse nazionale, poiché coinvolge aspetti non solo legati all’abbandono dell’agricoltura, ma anche dell’industria, del commercio e dei servizi a essa collegati".

"A dispetto di sforzi davvero rilevanti da parte di tutte le componenti della filiera, oggi il nostro settore è allo stremo - lamentano Grossi, Brandstaetter e Aldrovandi -. Le perdite subite sono già devastanti e, pertanto, pur apprezzando i 10 milioni di euro finalmente stanziati per i ristori, a fronte di un danno stimato in oltre 300 milioni di euro rispetto alle condizioni ordinarie, chiediamo al governo di fare un ulteriore sforzo per dare il giusto e indispensabile sostegno del nostro comparto".

Nello specifico i presidenti dei tre consorzi sollecitano il governo ad "aumentare la dotazione finanziaria dell’intervento per scongiurare ulteriori abbandoni del settore e garantire la sopravvivenza di un’intera filiera che trascende i confini dell’agricoltura". Infine, i rappresentanti dei produttori chiedono che "il contributo, per poter essere più efficace, sia limitato alle zone più colpite e concesso solo a chi non abbandona la produzione, visto che dovrà accollarsi almeno 20.000 euro di costi per ettaro per produrre già nella campagna entrante".

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EFA News - European Food Agency
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