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CLARA MOSCHINI

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Coop /2. Acquisti alimentari ancora in lieve contrazione

Il cibo resta centrale nelle scelte di consumo, anche se la spesa è all'insegna della sobrietà

Un Paese in pausa – Reduci da un anno difficile e a tratti drammatico - dal nuovo scenario di guerra israelo-palestinese, alle catastrofi climatiche fino alla concreta perdita di potere d’acquisto - gli italiani si affacciano con una salda imperturbabilità sull’orlo di un 2024 in cui tra incerte tornate elettorali, nuove tensioni geopolitiche e il rallentamento delle economie globali, saranno ancora molte le occasioni che potrebbero cambiare i destini del mondo.

Nel contesto globale, secondo i manager italiani intervistati dall’Ufficio Studi Coop a dicembre (leggi notizia EFA News), ancor più dell’economia il maggior elemento di instabilità dello scenario globale nei prossimi 12 mesi saranno proprio i potenziali nuovi conflitti; li teme il 45% del campione a fronte di un 23% preoccupato dai fenomeni climatici estremi e di un 22% allarmato dall’andamento dell’economia internazionale. E tra gli elementi di maggiore preoccupazione figurano proprio gli esiti delle molte tornate elettorali, a partire da quella americana (è quanto dichiara il 44% del campione).

Se le previsioni dei manager della filiera alimentare ipotizzano anche per il 2024 una nuova piccola contrazione degli acquisti alimentari nella Gdo (-0,5% a volume), sembrano invece migliorare le intenzioni di spesa degli italiani sui consumi alimentari domestici; la percentuale di quanti intendono aumentare le quantità consumate (16%) supera quella di quanti intendono ridurre i consumi (11%) con una differenza di 5 punti percentuali (la stessa differenza era di -1 punto percentuale nell’indagine di agosto 2023). Il cibo resta centrale nelle scelte di consumo, ma anche a tavola, la tenuta della spesa si sposa con la sobrietà. Infatti, quasi un terzo degli italiani (31%) dichiara che dedicherà più tempo alla preparazione domestica del cibo (il modo più semplice per coniugare qualità e risparmio) e in ogni caso i principali driver di acquisto sono il rapporto qualità prezzo al primo posto (almeno per il 66% degli italiani), la convenienza e il risparmio (50%) e la salute e il benessere (41%).

Tra gli aggettivi scelti per definire il cibo del 2024 il più gettonato è salutare (45%), poi poco costoso (44%), seguito da sostenibile (27%) e semplice/autentico e essenziale (26 e 25%). Perché oltre ad essere conveniente, la tavola del 2024 deve rimanere healthy quindi tradizionale ed essenziale (27%). Torna nel carrello anche l’ortofrutta che nell’estate sembrava essere stata al centro di grandi rinunce da parte degli italiani. Nella Top 5 dei prodotti in aumento nel 2024 compaiono proprio frutta e verdura al primo posto e poi subito dopo il pesce (anch’esso una difficile rinuncia degli ultimi anni). Tra i prodotti di cui gli italiani prevedono di poter ridurre i consumi le spiccano invece i dolci (li ridurrà il 41% del campione), le carni rosse (34%), i salumi e affettati (37%) e superalcolici (33%). 

La GDO e le previsioni macroeconomiche - Sul fronte macroeconomico, se la recessione appare oramai come scongiurata, le previsioni 2024 ci riportano in un’Italia dello zero virgola. Secondo i manager intervistati dall’Ufficio Studi Coop, la crescita del PIL stimata allo 0,5% per i prossimi 12 mesi ci rende comunque più lenti dell’Europa, e l’83% dello stesso campione è convinto che le sacche di povertà e i fenomeni di vulnerabilità sociale e economica nel nostro Paese siano destinati a aumentare. A fronte di una inflazione alimentare ancora sostenuta (per i manager stimata al 3% nella media d’anno), nel tentativo dunque di difendere i propri consumi e la loro qualità, gli italiani sembrano essersi definitivamente convertiti alla MDD (Marca del distributore) che anche nel 2024 promette di registrare ottime performance; l’82% dei manager italiani prevede un aumento della quantità acquistata, mentre al primo posto tra le scelte di acquisto in riduzione si trovano le marche industriali. Non solo quelle minori e dei produttori follower (in calo rispettivamente per il 51% e il 48% degli intervistati), non fanno eccezione nemmeno le marche leader tanto che un buon 36% ne immagina la rinuncia all’acquisto.Ma se il 2023 ha insegnato alle famiglie come risparmiare nel solito punto vendita, è anche vero che la forte riduzione delle risorse disponibili conseguente all’inflazione ha obbligato molti italiani a doversi rivolgere sempre più spesso al canale discount. Un trend che sembra confermarsi in crescita anche nel 2024 e colloca questo formato in testa alla classifica dell’incremento delle vendite nei prossimi 12 mesi, sia nelle previsioni dei consumatori che in quelle dei manager alimentari. A fronte di queste tendenze solo il binomio efficienza-innovazione sembra essere la strada maestra per la moderna distribuzione del futuro.

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EFA News - European Food Agency
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