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Liguria, progetto sperimentale per le zone destinate all'acquacoltura off-shore

La Regione conferma la realizzazione di un impianto di itticoltura pilota nello spezzino

Partirà a breve un progetto sperimentale per le zone destinate all’acquacoltura off-shore tra Deiva Marina e Sarzana. Lo ha annunciato l’assessore regionale con delega alla Pesca, Alessandro Piana ricordando che la Regione, insieme alle autorità competenti e ai Flag liguri, ha condotto in porto il progetto sperimentale per individuare le Aza, le Zone marine assegnate per l'Acquacoltura nello spezzino. Si tratta di zone destinate all’acquacoltura che rispettano gli standard ambientali, igienico-sanitari, di benessere animale e che siano favorevoli per la sicurezza sul lavoro, l’accrescimento, il benessere dei pesci e gli aspetti socio-economici. 

"Le attività -spiega Piana, intervenuto al consiglio regionale odierno- si sono concluse nel novembre 2023 e vedranno, grazie al Programma regionale della Pesca e dell’acquacoltura 2023-2025 e ai nuovi fondi europei, la realizzazione di un impianto di itticoltura pilota. Sullo stabilimento di itticoltura presso il Comune di Portovenere, frazione Le Grazie, per quanto riguarda la concessione sono competenti l’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Orientale e il Comune di Portovenere, mentre per gli aspetti demaniali è competente l’assessorato al Demanio marittimo e per quelli ambientali l’assessorato all’Ambiente e alla tutela del Territorio". 

L'assessore rammenta che a fronte di un impianto risalente a 20 prima delle linee guida regionali del 2007, ci sono già stati diversi modi di affrontare le criticità. "Tra questi segnalo -prosegue Piana- il ricollocamento del 2017 che non si rivelò tuttavia fruttuoso per gli aspetti meteomarini abbondantemente critici. Ecco perché tramite i recenti studi abbiamo individuato un areale off-shore compreso tra il Comune di Deiva Marina e quello di Sarzana idoneo non solo per l’installazione e la tenuta degli impianti dal profilo ambientale, della sicurezza sanitaria, di alta qualità dell’allevamento e valido per il versante imprenditoriale, ma anche caratterizzato dall’assenza di vincoli specifici come fonti di inquinamento, aree sottoposte a tutela ambientale o a divieti di varia natura".

"Ora -sottolinea l'assessore regionale alla Pesca- si tratta di testare un nuovo prototipo di impianto sperimentale che sia in grado di far fronte adeguatamente alle condizioni meteomarine del sito, caratterizzato da forte idrodinamismo. Ricordo che nel 2023 la Capitaneria di Porto ha ispezionato gli impianti di itticoltura esistenti a punta Pezzino, alla Spezia, e non ha trovato criticità sulle condizioni dei pesci allevati, ritenendo pulito e vitale il fondale sottostante alle gabbie di allevamento”. 

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EFA News - European Food Agency
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