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Caso snack "vegani" cinesi: 11 campioni positivi alla Psa su 22

Beduschi (Regione Lombardia): "Gravissimo, inaccettabile mancanza di reciprocità in controllo merci"

Oltre al danno, la beffa. Gli snack "vegani" di origine cinese sequestrati nei giorni scorsi nei pressi di Napoli non solo conterrebbero tracce di carne di pollo e maiale ma sarebbero addirittura contaminati dalla peste suina africana. A tutela della sicurezza di consumatori e produttori, il ministero della Salute ha avviato nei giorni scorsi una rete di controlli a tappeto in tutta Italia. Secondo alcune ricostruzioni alcune etichette bilingui conterrebbero informazioni corrette in cinese (presenza di carne suina o avicola) e false in italiano (prodotto "veg").

Nell'udienza tenutasi ieri a Roma in Commissione Agricoltura della Camera, il commissario straordinario del Governo per il contrasto alla Psa Vincenzo Caputo, ha dato notizia dell'accertamento, a partire dall'Asl di Napoli, di 11 positività alla Psa in 22 campioni di barrette con prodotti disidratati dichiarati vegetali ma contenenti carne suina, evidenziando il rischio che proprio i residui di questi alimenti, sotto forma di rifiuti, abbiano trasmesso ai cinghiali il virus della peste suina.

La vicenda sta suscitando i commenti di numerose autorità e rappresentanti politici. Tra questi l'assessore all'Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste della Regione Lombardia Alessandro Beduschi, che definisce l'episodio "gravissimo", sia per la "truffa" ai danni dei consumatori, sia perché "queste carni potrebbero aver innescato l'epidemia di Psa in Italia, rischiando di mettere in ginocchio il nostro settore agroalimentare".

"L'Italia - continua l'assessore Beduschi - non può più accettare mancanza di reciprocità su ogni cosa, a partire dai controlli su merci in arrivo da Paesi non trasparenti e per fortuna oggi c'è una politica diversa che ha coraggio di cercare e denunciare questi fatti. Mentre il cibo italiano e lombardo è il più controllato d'Europa e sottoposto a regole rigidissime, in ogni ambito importiamo merci prodotte senza analoghe attenzioni". "Così - prosegue - si scopre che basta manomettere un'etichetta tradotta dal cinese per causare danni a una filiera che vale miliardi di euro e che in Lombardia dalla scorsa estate ha corso un rischio gravissimo con l'ingresso del virus negli allevamenti della provincia di Pavia".

"Le istituzioni - conclude Beduschi - hanno il dovere di supportare gli allevatori sia con la prevenzione sia ristorando i danni dovuti a blocchi e fermi commerciali e nelle prossime settimane ne daremo prova attivando le procedure per indennizzare le aziende pavesi con i fondi messi a disposizione dal Masaf. Ma se c'è chi aggredisce i nostri mercati non rispettando le regole tutti i nostri sforzi saranno vani: oggi vale per la filiera suinicola, domani per cosa?".

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EFA News - European Food Agency
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