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Oro. Intesa Sanpaolo: "Export a +12,3% nei primi 9 mesi"

Quinta edizione dell’inchiesta realizzata col Club degli Orafi

È stata presentata oggi, in un incontro ospitato da VicenzaOro, la quinta edizione dell’inchiesta congiunturale realizzata dal Club degli Orafi, in collaborazione con la Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo. I risultati dell’inchiesta permettono di integrare e completare le statistiche ufficiali del settore con una visione aggiornata e originale offerta dagli operatori.

L’inchiesta è stata realizzata tra novembre e dicembre 2023 e ha interessato circa 30 imprese attive nel comparto produttivo e distributivo. Le statistiche e le rilevazioni confermano la buona tenuta del settore per l’anno appena concluso: rispetto alla rilevazione effettuata a giugno, è aumentata la percentuale di rispondenti che dichiarano un fatturato in crescita che è passata dal 39% al 44% dell’ultima edizione con una revisione al rialzo che ha interessato tutte le classi dimensionali. Queste valutazioni trovano conferma anche dalle statistiche ufficiali come rilevato dall’indice Istat che nel periodo gennaio-ottobre mostra una crescitadell’8,5%, meglio del sistema moda (+3,3%) e del totale manifatturiero (-0,1%).
Il comparto conferma un’elevata competitività sui mercati internazionali, collocandosi nel 2022 come primo esportatore europeo e raggiungendo il quinto posto a livello mondiale con una quota pari al 10,1%, in netto miglioramento rispetto all’8,3% del 2019. Nei primi nove mesi del 2023, a fronte di una domanda mondiale sostanzialmente stabile (+0,3%), le esportazioni italiane di gioielli in preziosi si sono attestate a 6,8 miliardi di euro in crescita del +12,3% in valore e con una tenuta nelle quantità (+0,9%).

Oltre al consolidamento nei principali mercati come gli Stati Uniti (+6,3%) e Francia (+14,2%), si è assistito a un balzo importante delle esportazioni verso la Svizzera (+43,6%), hub logistico delle maison del lusso, e alla buona capacità di cogliere la crescente domanda turca (+59,5%) e cinese (+16,7%).Per il 2024 si colgono i timori del rallentamento anche nelle attese degli operatori con una maggior prudenza, soprattutto per le imprese più piccole, mentre per le imprese medio-grandi permane un 50% di rispondenti che ha attese di fatturato in crescita. Anche l’indice di produzione dell’Istat evidenzia un progressivo peggioramento nel corso del 2023, registrando nella media dei primi dieci mesi un leggero calo (-1,4%),comunque più contenuto del dato del sistema moda (-6,6%). Nonostante queste preoccupazioni, il settore mostra una buona consapevolezza della necessità di continuare a investire: nel 2023 in tutte le classi dimensionali si rafforza la percentuale di chi dichiara investimenti in crescita (dal 33% di giugno al 44% attuale).I fattori che spingono maggiormente le scelte di investimento riguardano l’introduzione e il potenziamento dell’innovazione tecnologica per le imprese più grandi e un rafforzamento dell’identità e dell’immagine aziendale per le imprese più piccole.

In termini di contesto competitivo del settore, quest’ultima rilevazione mostra una diversa percezione delle criticità da affrontare da parte degli operatori: si incrementano i timori per la tenuta della domanda che diventa la prima difficoltà con il 64% dei rispondenti, a fronte di un ridimensionamento delle difficoltà a reperire manodopera che passano al quarto posto con una percentuale del 36%. Le sfide competitive si giocano comunque soprattutto verso altri operatori e produttori italiani che distinguono la propria offerta per qualità, artigianalità della produzione e professionalità e che sono visti dal campione come il vero concorrente.

“I dati di questa quinta edizione dell’inchiesta congiunturale confermano che il settore orafo, pur nelle incertezze nel panorama economico globale, dimostra una capacità di risposta unica sul panorama produttivo italiano. In previsione del rallentamento dell’economia internazionale, soprattutto nella prima parte dell’anno, sarà cruciale per le Aziende del comparto concentrarsi sul potenziamento della propria competitività attraverso investimenti mirati", afferma Giorgio Villa, presidente del Club degli Orafi Italia

"Questo approccio strategico consentirà di cogliere la ripresa della domanda e di mantenere una presenza robusta sui mercati internazionali. L’analisi qualitativa - prosegue Villa - ci offre un quadro decisamente diverso rispetto a quello configurato in agosto, con nuove sfide: aumenta infatti il numero di imprenditori che prevedono una contrazione del fatturato nel 2024 rispetto al 2023, e la principale preoccupazione è ora il calo degli ordini. La riduzione prospettata riguarda soprattutto il mercato interno, mentre è meno marcata per le esportazioni. Nonostante le incertezze, dai dati emerge chiara l'intenzione di investire, con obiettivi principali quelli di rimanere competitivi in un mercato sempre più dinamico e di potenziare la visibilità aziendale”.

“Il settore orafo italiano continua a mostrare una buona dinamica anche nel 2023 con una crescita del fatturato nel periodo gennaio-ottobre dell’8,5% e una sostanziale tenuta della produzione (-1,4%), meglio di quanto osservato per il sistema moda e il manifatturiero nel suo complesso", dichiara Stefania Trenti, Responsabile Industry and Local Economies Research, Direzione Studi e Ricerche IntesaSanpaolo. "Grazie all’elevata competitività sui mercati internazionali, il settore ha realizzato nei primi nove mesi del 2023 esportazioni di gioielli in preziosi per 6,8 miliardi di euro in crescita del +12,3% in valore e con una tenuta nelle quantità (+0,9%) e ha rafforzato la propria leadership europea come primo paese esportatore. Lo scenario di riferimento risulta condizionato dal rallentamento complessivo che si sta manifestando anche per questo settore che però ha mostrato negli ultimi anni una buona capacità di risposta alle crisi, frutto anche del percorso di rafforzamento competitivo. Pur in un contesto più incerto, sarà determinante sostenere la propensione a investire per rafforzare il livello di innovazione ed efficienza dei processi; questi fattori dovranno convivere e massimizzare i punti di forza del settore come l’artigianalità e la flessibilità delle produzioni”.

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