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Chiara Ferragni indagata anche per le uova di Pasqua Dolci Preziosi

Frode in commercio o truffa aggravata? Scontro di procure per decidere: e Meloni anticipa una legge ad hoc

Lungi dall'essere approdata a qualche fase finale, si allarga l'inchiesta su Chiara Ferragni. L'influencer, infatti, è stata iscritta nel registro degli indagati di Milano, con l'ipotesi di truffa aggravata: quel che è peggio, è che l'accusa non riguarda più solo la vicenda del pandoro Pink Chiristmas della Balocco, ma anche quelle delle uova di Pasqua della Dolci Preziosi e la bambola Trudi.

È questo ciò che emerge dall'atto con cui la Procura milanese ha sollevato, davanti al pg della Cassazione che dovrà decidere a breve, il conflitto tra uffici del pm sulla competenza a indagare per il caso del dolce natalizio della azienda di Cuneo. L'influencer risponde quindi di tre episodi con legali rappresentanti delle società produttrici. Le nuove contestazioni, oltre quella già emersa per il pandoro "Pink Christmas", emergono dall'atto con cui il procuratore aggiunto milanese Eugenio Fusco ha attivato la Procura generale di Cassazione per risolvere la questione di competenza territoriale dell'inchiesta tra il capoluogo lombardo e Cuneo.

La Procura di Cuneo ha fatto riferimento all'articolo 54 bis del codice di procedura penale, che regola i "contrasti positivi tra uffici del pubblico ministero": è infatti stato sollevato il conflitto tra uffici del pm, perché chiarisca a chi spetta occuparsi della vicenda del pandoro Pink Christmas. Da qui la decisione di inoltrare una richiesta ufficiale di trasmissione degli atti "per competenza" al procuratore aggiunto di Milano Fusco. Anche la Procura di Milano, però, si è appellata alla competenza territoriale per indagare sul caso Ferragni: nel capoluogo lombardo, infatti, hanno sede legale le società dell'influencer, mentre a Cuneo la Balocco. 

Per dirimere la questione, il pg della Cassazione dovrà in primis considerare il luogo in cui sono stati concretizzati il presunto ingiusto profitto e il danno. Essendo tuttavia una questione che riguarda l'intero Paese, ci si potrebbe appellare a quale delle due Procure ha iscritto per prima gli indagati Chiara Ferragni e Alessandra Balocco.

Le Procure dovranno fare superlavoro, visto che alla loro attenzione sono stati portati altri due casi, ossia, come dicevamo, quello delle uova di cioccolato e quello della bambola, chiamata in realtà "Mascotte Chiara Ferragni", prodotta in collaborazione con Trudi, l'azienda friulana acquisita nel 2019 dalla Giochi Preziosi, con sede legale a Milano. In questi due casi, inizialmente l'ipotesi di reato era frode in commercio, poi diventata truffa aggravata.

Infine, siccome (forse) non tutto il male vien per nuocere, la questione dell'influencer potrebbe dare una spinta a una nuova legge che disciplini il segmento della beneficenza. Un clamore tanto forte, ha sollevato la disputa, tanto che è intervenuto oggi perfino il presidente del Consiglio Giorgia Meloni. "Quello che mi interessa del caso Ferragni -ha dichiarato la premier intervistata dal programma 'Quarta Repubblica' su Rete4- è che la vicenda ha fatto vedere che effettivamente c'è un buco, per quanto riguarda la trasparenza, nella normativa delle attività commerciali che hanno anche uno scopo benefico. Voluto o non voluto è una cosa nella quale si può incappare". 

"Noi adesso -aggiunge Meloni- stiamo facendo una norma che dice che per le attività commerciali che hanno anche uno scopo benefico, sulla confezione di quello che vendi devi specificare a chi vanno le risorse, quante risorse vanno in beneficenza. È una norma sulla trasparenza a cui sto lavorando e arriva nel Consiglio dei ministri di giovedì". 

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