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Piano Mattei. Meloni: "Per l'Africa 3 mld euro dal fondo italiano"

Inaugurato un nuovo approccio all'insegna della "cooperazione pari a pari"

L'odierno vertice "Italia-Africa. Un ponte per una crescita comune” contribuirà a un radicale cambiamento nei rapporti tra le due sponde del Mediterraneo. Niente più assistenzialismo, né approcci "predatori" neocolonialisti ma, finalmente, una vera spinta allo sviluppo economico e agro-industriale. Con queste intenzioni, il Governo ha aperto stamattina il vertice al Senato della Repubblica, alla presenza del presidente del Consiglio Giorgia Meloni, del vicepremier e ministro degli Affari Esteri Antonio Tajani, del presidente del Parlamento Europeo Roberta Metsola, del presidente del Consiglio Europeo Charles Michel, del presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen. In rappresentanza delle Nazioni Unite è intervenuto il vicesegretario generale Amina Jane Mohammed. Presenti anche il presidente dell’Unione Africana, Azali Assoumani, del Presidente della Commissione dell’Unione Africana Moussa Faki Mahamat. Ad introdurre i lavori il presidente del Senato Ignazio La Russa.

"L'Europa e il mondo intero non possono ragionare di futuro senza tenere in considerazione l'Africa, il nostro futuro dipende inevitabilmente anche dal continente africano. Consapevoli di questo vogliamo fare la nostra parte", ha detto in prima battuta il premier Meloni. L'intenzione, ha aggiunto, è quella di "scrivere una pagina nuova nelle nostre relazioni, una cooperazione da pari a pari, lontana da ogni tentazione predatoria e approccio caritatevole".

Ricordando che l'Africa "avrà un posto d'onore nell'agenda italiana di presidenza del G7", Meloni ha esortato a "smontare alcune narrazioni sbagliate, come quella che vorrebbe l'Africa un continente povero. Non è così", ha commentato, l'Africa "ha grandi risorse ed è il continente più giovane, con enormi potenzialità. Italia, Europa e il mondo intero non possono ragionare sul futuro senza tenere conto dell'Africa".

Il presidente del Consiglio è quindi tornato sul Piano Mattei per l'Africa, indicato come "un piano concreto di interventi strategici, concentrato su poche priorità di medio lungo periodo, istruzione e formazione, salute e agricoltura, acqua ed energia. Abbiamo individuato alcune nazioni africane del quadrante subsahariano e nordafricano" che sarà poi allargato "seguendo una logica incrementale".

Non si tratta, ha detto Meloni, di un piano "calato dall'alto come spesso avvenuto in passato" ma di una “piattaforma programmatica condivisa: la condivisione è uno dei principi cardine”. Il Piano Mattei "può contare su 5,5 miliardi di euro tra crediti, operazioni a dono e garanzie: circa 3 miliardi dal fondo italiano per il clima e 2,5 miliardi e mezzo dal fondo per la Cooperazione allo sviluppo".

Altri punti nevralgici del discorso del premier: il "diritto a non emigrare", accompagnato alla "guerra contro gli scafisti e allo stesso tempo offrendo alternative in Africa, con la formazione, il lavoro e percorsi di migrazione legale".

La premier ha quindi ricordato il progetto del Kenya per lo sviluppo dei biocarburanti "che punta a coinvolgere circa 400mila agricoltori entro il 2027. Ma lo scambio funziona se ci sono infrastrutture di connessione fra i due continenti. Lavoriamo da tempo insieme all'Ue", ha proseguiro, "penso all'interconnesione elettrica Elmed con la Tunisia o al nuovo corridoio H2Sud per il trasporto dell'idrogeno all'Europa centrale passando per l'Italia".

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EFA News - European Food Agency
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