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CLARA MOSCHINI

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Imprese "rosa" in Piemonte -0,5: tengono ristoranti e negozi

Una donna su 4 è nel commercio

Principali settori, agricoltura (12,6%) e turismo (9,6%). Ristorazione al 30,8%

A fine dicembre 2023 le imprese femminili con sede in Piemonte ammontavano a 94.690, in diminuzione di circa 900 unità (-0,5%) rispetto a quanto registrato nel 2022, circa 4 mila in meno rispetto a dieci anni prima. Lo dice l'ultimo report di Unioncamere Piemonte secondo cui il "lento e progressivo processo di ridimensionamento che ha coinvolto il tessuto imprenditoriale regionale" ha riguardato anche la sua quota “rosa”: oggi le imprese femminili rappresentano il 22,4% delle circa 423 mila realtà con sede legale sul territorio regionale, quota in linea rispetto a quella di dieci anni fa (nel 2014 il peso era del 22,1%).

Le quasi 95 mila imprese femminili registrate in Piemonte rappresentano il 7,1% delle realtà imprenditoriali guidate da donne presenti in Italia: in questo senso, il Piemonte rappresenta la sesta regione per numerosità di aziende “in rosa”. 

Circa un’azienda su quattro opera nel settore del commercio, il 12,8% è guidato da straniere, il 10,5% da giovani imprenditrici e il 20,9% è artigiana: è questo l’identikit delle imprese femminili piemontesi. Il commercio all’ingrosso e al dettaglio (24,2%), l’agricoltura (12,6%), le altre attività dei servizi (12,4%) e il turismo (9,6%) si confermano i principali settori in cui operano le imprese femminili piemontesi. Valutando il tasso di femminilizzazione per settore, si conferma anche per il 2023 l’importante specializzazione femminile delle altre attività dei servizi (circa il 57,6% delle imprese è amministrato da donne), delle attività di alloggio e ristorazione (30,8%) e di noleggio, agenzie di viaggio e servizi di supporto alle imprese (30,7%).

Analizzando la dinamica espressa dalle imprese in rosa nel corso del 2023 emergono rilevanti differenze settoriali: a conferma di una tendenza osservata già nel corso del 2022, le dinamiche peggiori sono quelle registrate per le attività più tradizionali, in primis agricoltura e commercio, con tassi di variazione annui dello stock pari a rispettivamente a -3% e -2%. La flessione appare meno intensa per le imprese che operano nei comparti del turismo (-0,7%) e delle attività manifatturiere (-0,7%).

Il 2023 ha visto nascere sul territorio regionale meno realtà amministrate da donne di quante, invece, ne sono cessate: il Registro imprese delle Camere di commercio piemontesi ha registrato, infatti, 5.836 iscrizioni di nuove imprese (49 in meno rispetto al 2022), a fronte delle 6.293 che hanno invece posto fine alla propria attività (124 in più rispetto al 2022). Il saldo tra i due flussi è risultato, così, negativo per 457 unità, traducendosi in un tasso di crescita del -0,5%.

“Le imprese femminili portano con sé una ricchezza di esperienze, competenze e visioni che arricchiscono il tessuto economico in modo straordinario. Purtroppo sono anche le più fragili -spiega Gian Paolo Coscia, presidente Unioncamere Piemonte-. Il sistema camerale dedica un’attenzione particolare alle imprenditrici: presso tutte le Camere di commercio piemontesi sono costituiti i Cif, Comitati provinciali per la promozione dell’imprenditoria femminile, che si occupano di sviluppo e qualificazione della presenza delle donne nel mondo dell’imprenditoria, promuovendo azioni per il miglioramento dell’accesso al credito e attività di formazione. È fondamentale per il nostro sistema sociale adottare misure concrete e politiche di sostegno per contrastare il declino delle imprese femminili, riconoscendo il valore che queste imprese rappresentano nella costruzione di un'economia sostenibile e inclusiva”.

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EFA News - European Food Agency
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