Merendine: fatturato italiano si attesta a 1,4 mld euro
Con 28 mln di consumatori, il settore si conferma in salute. Waffle e pancake sulla cresta dell'onda

Il settore delle merendine italiane si evolve, attraverso nuove tipologie che prendono ispirazione da dolci di provenienza internazionale. Oltre alle referenze classiche, di derivazione della nostra tradizione dolciaria e che da oltre 50 anni sono presenti a scaffale, stanno infatti emergendo novità come waffle e pancake. Con un fatturato di quasi 1,4 miliardi di euro e ben 28 milioni di consumatori, il settore delle merendine si conferma in buona salute, con un ritmo di 8-10 nuove referenze lanciate ogni anno, a dimostrazione di una continua capacità di innovazione.
La merendina è un alimento tipico dell’industria dolciaria italiana che non ha eguali nel mondo. In nessuna altra nazione esistono infatti dei prodotti per la merenda mono porzionati dal peso medio di appena 35 grammi. A confermare il ruolo centrale che la merendina ricopre nelle abitudini alimentari degli italiani è una recente indagine svolta da AstraRicerche per Unione Italiana Food: quasi 8 italiani su 10 (77%) consumano merendine abitualmente, in media 2 volte a settimana, in linea con le indicazioni dei nutrizionisti. Le merendine rappresentano le discendenti su larga scala dei dolci fatti in casa: dalla torta margherita alla crostata al ciambellone. Allo stesso tempo, negli ultimi anni, il settore ha lanciato sul mercato tipologie che prendono ispirazione dai dolci internazionali, realizzate con il know how italiano e la corretta porzionatura. Dai waffle di origine belga, ai muffin e ai plumcake di tradizione inglese, fino ai pancake nati negli Stati Uniti. Passando per le merendine realizzate con il pan brioche, che rimandano ai nostri cugini d’oltralpe, o il croissant, che è oggi la merendina più venduta in Italia. Tipologie che riscuotono i consensi dei nostri connazionali, per un settore delle merendine che complessivamente nel 2024, secondo i dati Nielsen IQ, ha raggiunto un valore di quasi 1,4 miliardi di euro con circa 192 milioni di kg di merendine vendute.
Le merendine sono un’alternativa per la merenda che va dalle 110 kcal delle più semplici fino alle 190 kcal circa delle più ricche. Un prodotto che ha saputo evolversi nel tempo, anche grazie al miglior bilanciamento nutrizionale, che negli ultimi 15 anni ha portato risultati importanti. Porzioni più piccole – 35 g in media – ma anche riduzione dell’apporto di grassi saturi (-20%), zuccheri (-30%) e calorie (-21%). Un alimento iconico e rappresentativo del made in Italy, capace nel tempo di conquistare l’apprezzamento di diverse generazioni di italiani.
Tra i plus del settore dolciario, c’è sicuramente l’innovazione di prodotto. L’analisi attuale del mercato delle merendine vede da una parte la presenza di tipologie classiche, intramontabili, presenti a scaffale da oltre 50 anni che nel tempo hanno saputo innovarsi mantenendo la propria iconicità. Dall’altra emergono prodotti nuovi, dalla marcata innovazione, che è uno dei tratti distintivi del comparto. Basti pensare che ogni anno vengono lanciate sul mercato in media 8-10 nuove merendine.
I dolci nati all’Estero, che ispirano le nuove merendine, hanno origini affascinanti e storie che affondano le radici nel passato. Nel Medioevo, in Belgio, un abate cistercense e un mastro forgiatore unirono le forze per creare un impasto con il miele da cuocere in una piastra di ghisa a forma di arnia. In francese medievale wafla e gaufra si traducono con: miele, dolce, arnia. Waffle è quindi un “dolce fatto con il miele a forma di nido d’ape” che divenne una vera e propria mania a quelle latitudini.
Passiamo al Plumcake, il cui nome deriva dal fatto che anticamente in Inghilterra si realizzava con le prugne (plum) secche. Nella sua versione tradizionale si tratta di un dolce di origine inglese a base di farina, uova, zucchero, burro e talvolta frutta secca o candita.
Il Pancake, invece, è un dolce tradizionale per la prima colazione nato nell'America settentrionale e, con molte varianti, in altre parti del mondo. Si tratta di frittelle simili alle crêpes, ma spesse circa 3–5 mm: generalmente sono dolci, accompagnate da sciroppo d'acero, confettura o burro d'arachidi. Il termine “Muffin” fu utilizzato per la prima volta in Inghilterra nel 1703 scritto come moofin. Alcuni lo fanno derivare dal francese mouflet, che significa “soffice” come il pane, altri dal tedesco muffen, che significa “piccole torte”, forma con cui questi dolcetti si sono diffusi nel tempo.Il croissant, infine, porta con sé una lunga storia legata alle sue origini. Sarebbe nato nel 1638 a Vienna, durante un assedio alla città da parte degli Ottomani. Sembrerebbe che i viennesi, presi alla sprovvista, reagirono sbeffeggiando i turchi sulle mura della città, mangiando un tipo di pane al burro, il kipferl.
Infine, una curiosità sul Pan di Spagna, con il quale vengono realizzate moltissime merendine. Come riportato nel suo nome, proviene chiaramente dalla penisola iberica ma è stato inventato da un italiano, il pasticcere genovese Giovan Battista Cabona.
EFA News - European Food Agency