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CLARA MOSCHINI

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L'innovazione sugli agrumi parte dalla Sicilia

"La natura dal campo alla tavola": punto sui Consorzi e i progetti di ricerca presentati a Macfrut

Le esportazioni di agrumi italiani verso l’estero stanno aumentando, dopo diversi anni di stasi. Questa ripresa è dovuta anche al grande lavoro svolto dai consorzi di tutela e dai progetti di ricerca che stanno migliorando la coltivazione e la qualità finale del prodotto. Questi sono solo alcuni dei concetti emersi nella recente puntata del format "La Natura dal campo alla tavola", andata in onda nei giorni scorsi su 7Gold con servizi registrati al recente Macfrut, in Fiera a Rimini. Protagonisti, fra gli altri, gli attori della filiera ortofrutticola siciliana presenti alla kermesse. 

Pachino

“Far conoscere un territorio, non solo un prodotto, è uno degli scopi principali della nostra attività -ha esordito Sebastiano Fortunato, presidente del Consorzio di tutela pomodoro di Pachino Igp-. La coltivazione del pomodoro è una fonte di reddito non solo per gli agricoltori, ma per tutta la filiera che insiste sul territorio. Si pensi solamente ai posti di lavoro generati a livello locale: per questo il lavoro dei produttori va tutelato. Nei mesi scorsi la produzione è stata molto buona in termini di qualità, mentre i prezzi sono stati accettabili. Continueremo quindi la nostra missione che mira a portare sulle tavole dei consumatori un prodotto di alta qualità”.

Arancia Rossa

La parola è passata a Gerardo Diana, presidente del Consorzio di tutela dell’Arancia Rossa Igp. “Siamo a fine stagione -spiega Diana- e non sono mancate difficoltà a causa della carenza di piogge. Però siamo riusciti ad offrire un prodotto sano e di alta qualità organolettica, seppur talvolta di calibro non elevatissimo. Anche noi vogliamo comunicare sempre di più il territorio, unire agricoltura a cultura e natura per un turismo più consapevole”.“Siamo in un mercato sempre più competitivo – ha proseguito Diana – è indispensabile allearsi invece di darsi battaglia. A Macfrut non è stato quindi casuale il gemellaggio con l’Arancia Dop di Ribera, frutto di un impegno per valorizzare, uniti, i prodotti più rinomati della nostra terra”. 

Da un paio d’anni a questa parte si è invertito un trend e le arance siciliane stanno guadagnando posizioni nell’export, come sottolineato da Salvatore Rapisarda, presidente del Consorzio Euroagrumi. “Stiamo lavorando su due fronti strategici -dice Rapisarda-: ricerca e comunicazione. In collaborazione con il Crea e l’Università di Catania, stiamo sviluppando protocolli innovativi, come il progetto TOP Citrus, che puntano ad allungare il calendario di disponibilità dell’arancia rossa, rendendola presente sui mercati per un periodo più esteso. Da un lato, lo facciamo introducendo nuove varietà capaci di anticipare o prolungare la stagione produttiva; dall’altro, investiamo su tecniche di irrigazione ecosostenibili e pratiche agronomiche a basso impatto ambientale. Il comparto è in piena fase di rinnovamento e le esportazioni siciliane sono in crescita: un risultato che nasce da una visione moderna, che unisce qualità, sostenibilità e innovazione”.

Senza ricerca non si fa innovazione

Top Citrus è il progetto di sviluppo, di cui Euroagrumi è capofila, i cui risultati sono stati presentati a Macfrut. Maria Concetta Strano, ricercatrice del Crea e responsabile scientifica del progetto Top Citrus, ha affermato che “selezione e qualificazione di nuove varietà di pregio di arance pigmentate e limoni apireni, controllo del malsecco nei limoneti ed estensione della shelf life su limoni di elevato valore commerciale sono gli obiettivi del progetto. Abbiamo ottenuto una nuova selezione di limone senza semi, così come vi è in atto un risanamento di varietà di arance pigmentate che vanno verso un miglioramento del prodotto esistente”.

“Siamo riusciti a sfruttare i sottoprodotti della lavorazione degli agrumi ottenendo rivestimenti edibili, completamente naturali, da applicare sul frutto raccolto allo scopo di contenere lo sviluppo dei marciumi e delle fisiopatie da raffreddamento, con l'obiettivo di mantenere più a lungo le caratteristiche qualitative e nutrizionali e di estenderne la shelf-life del prodotto”.

Marco Caruso, ricercatore del Crea, ha ricordato che ogni azione di miglioramento genetico avviene grazie alla collaborazione dei privati. “Tramite un lavoro in sinergia forniamo le piante selezionate che gli agricoltori coltivano, dandoci riscontri sull’adattabilità nei diversi areali. A breve faremo nuovi impianti di arance tardive e apirene, così come richieste dal mercato”.

Prevenire le malattie e ridurne l’impatto è uno degli altri scopi di Top Citrus. “Abbiamo verificato che l’uso delle reti antigrandine -ha detto la ricercatrice del Crea, sede di Acireale, Silvia Di Silvestro- riduce l’incidenza del malsecco nel limone fino al 50%. Inoltre, la presenza delle reti aiuta a rendere più efficiente l’irrigazione, con un conseguente risparmio idrico. Mettere in condivisione i dati scaturiti dalle varie esperienze in campo permette al comparto di crescere e migliorarsi”.

“Ridurre l’impatto ambientale tramite piante più resistenti alle malattie: ecco cosa è emerso in fiera dai vari convegni tenutosi nell’ambito del VIP, Varieties International Project”. Lo ha affermato Stefano La Malfa, dell’università di Catania, che ha continuato: “La ricerca punta molto, per tutte le specie frutticole, a selezionare varietà resistenti o tolleranti in modo da ridurre drasticamente i trattamenti, così da dare un’impronta sempre più green alle produzioni”.

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EFA News - European Food Agency
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