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CLARA MOSCHINI

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Istat, al Nord e al Centro si vive più che nel Sud (dove il pil è più basso)

Nel 2024 Trento e Bolzano le più longeve: sopravvivenza inferiore ìn Campania e Sicilia. Pil del Nord doppio rispetto a quello del Sud

Porta alcune novità interessanti l'audizione dell'Istat di oggi sullo stato di attuazione e sulle prospettive del federalismo fiscale. Nel 2023, il pil medio pro-capite nelle regioni del Nord-ovest risulta pari a 44,7 mila Euro, quasi il doppio rispetto al Mezzogiorno (23,9 mila Euro) e 8,6 mila Euro al di sopra della media nazionale (36,1 mila Euro). Nel Nord-est il pil ammonta a 42,5 mila Euro e nel Centro a 38,6 mila Euro. A livello regionale, la provincia autonoma di Bolzano registra il pil pro-capite più elevato (59,8 mila Euro), quasi il triplo di quello minimo registrato in Calabria (21mila). 

Sempre nel 2023, a livello nazionale, il reddito disponibile delle famiglie consumatrici è stato pari a 22,4 mila euro per abitante: nel Nord-ovest ha raggiunto 26,3 mila Euro, nel Mezzogiorno i 17,1 mila Euro. Le regioni con i maggiori differenziali positivi rispetto alla media nazionale sono la provincia autonoma di Bolzano (+9mila Euro) e la Lombardia (+4,9 mila Euro). Le regioni del Mezzogiorno presentano livelli di reddito disponibile più contenuti: il differenziale rispetto alla media nazionale è ridotto in Abruzzo (-2,6 mila Euro) e più marcato in Campania (-5,9 mila Euro) e in Calabria (-6,2 mila Euro).

Interessanti anche le differenze territoriali che emergono per quanto concerne le condizioni di salute. Tra il 2004 e il 2024 in Italia la speranza di vita alla nascita è passata da 80,7 a 83,4 anni: l’incremento è stato maggiore per gli uomini (da 77,9 a 81,4 anni) e più limitato per le donne (83,6 a 85,5 anni). 

Nel 2024 le province autonome di Trento e Bolzano si sono rivelate le più longeve (84,7 e 84,6 anni rispettivamente): all’opposto, quelle con la sopravvivenza inferiore sono la Campania e la Sicilia (81,7 e 82,1 anni). 

Nel ventennio osservato, si riscontrano divari territoriali significativi: i residenti nelle regioni del Nord e del Centro hanno una speranza di vita maggiore di quelli del Mezzogiorno. Si è andato accentuando anche lo svantaggio di sopravvivenza per alcune regioni: la Calabria, che nel 2004 aveva la stessa aspettativa di vita media nazionale, nel 2024 ha uno svantaggio di sopravvivenza pari a 1,1 anni; la Sicilia, che nel 2004 aveva una vita media inferiore di 0,6 anni rispetto alla media nazionale, nell’ultimo anno presenta uno svantaggio ancora maggiore (1,3 anni).

Disuguaglianze territoriali marcate si osservano per il servizio idrico. I dati indicano anche nel 2024 il persistere di condizioni critiche nel Mezzogiorno, in particolare in Calabria e Sicilia dove, a fronte di una media nazionale dell’8,7%, quasi tre famiglie su dieci dichiarano irregolarità nell’erogazione dell’acqua (un miglioramento si osserva però in Calabria). Valori elevati si rilevano anche in Sardegna (in aumento al 18,0%) e in Abruzzo (17,1%); in Valle d’Aosta, Lombardia e nella provincia autonoma di Bolzano si registrano invece quote minime e inferiori al 2% del totale.

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