Federvini/2. Vini (-1%) e spirits (-3,2%) in calo a valore nel I° trimestre
Aceti in controtendenza (+1,8%), nonostante la lieve contrazione del Balsamico di Modena

Secondo le rilevazioni Nomisma per l’Osservatorio Federvini, mostrate nel corso dell'odierna assemblea generale (leggi notizia EFA News), nel primo trimestre 2025, le vendite nella grande distribuzione organizzata hanno registrato un andamento complessivamente stabile, con dinamiche differenziate tra i comparti.
Il vino ha generato un valore pari a 694 milioni di euro, registrando una lieve flessione dell’1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. A trainare il segmento sono gli spumanti di qualità, con il Metodo Classico in crescita del 7,1% e lo Charmat dolce in aumento del 2%. Restano in difficoltà i vini generici e frizzanti, mentre i vini a indicazione geografica protetta (Igp) segnano un +1,1% a valore.
Anche il comparto degli spirits risente di una certa debolezza con vendite pari a 274 milioni di euro, in calo del 3,2% sul 2024. Tuttavia, si distinguono performance positive per alcuni segmenti, come il Gin (+14,2%), tengono gli aperitivi alcolici, mentre risultano in flessione Grappa, liquori dolci e amari. Più positivo l’andamento degli aceti, che nel primo trimestre segnano una crescita dell’1,8% a valore. In particolare, spiccano le performance dell’aceto di mele (+6,4%) e dell’aceto di vino (+1,5%). L’Aceto Balsamico di Modena Igp subisce invece una lieve contrazione dello 0,7%, pur mantenendo una quota di mercato rilevante, pari al 32% del totale venduto in Gdo.
Per quanto riguarda i consumi fuori casa, i dati TradeLab indicano un valore complessivo di 81,4 miliardi di euro nel 2024, in crescita dell’1% rispetto all’anno precedente. Nonostante una flessione delle visite pari all’1,6%, il settore mostra segnali di tenuta, con vino e bollicine che continuano a giocare un ruolo centrale soprattutto nelle occasioni serali, come cene e aperitivi.
Nonostante le esportazioni di vini, spiriti e aceti italiani abbiano registrato un andamento tendenzialmente positivo nell’ultimo quinquennio, non mancano le preoccupazioni legate ad uno scenario attuale instabile che continua a produrre ripercussioni sui costi di approvvigionamento delle materie prime e dell’energia, sull’inflazione e sul tasso di occupazione.
Un quadro che nel primo trimestre del 2025 ha mostrato segnali di un rallentamento generalizzato: - il vino cresce solo dello 0,7% a valore, penalizzato dal rallentamento nel Regno Unito e dalla crescente concorrenza da Paesi terzi; - gli spirits segnano un +3,1%, trainati dai liquori (+10,9%), mentre la Grappa cala del 14%; - gli aceti arretrano dell’1,4%, pur mantenendo nel 2024 performance positive in mercati chiave come Stati Uniti, Germania, Francia e Corea del Sud.
Non possiamo ignorare le implicazioni internazionali degli attacchi recenti tra Stati Uniti e Iran che potrebbero portare ad ulteriori difficoltà commerciali. Inoltre non è chiaro cosa accadrà da qui al 9 luglio, data in cui è attesa la decisione definitiva degli Stati Uniti di introdurre un ulteriore dazio fino al +20%, se non addirittura oltre, su vini, spiriti e aceti. Un passaggio delicato che potrebbe pesare in modo significativo sulle esportazioni verso il primo mercato extra-UE per le filiere Federvini.
“Abbiamo bisogno di un’Europa forte e coesa", ha dichiarato il neopresidente di Federvini Giacomo Ponti, "che agisca con determinazione per facilitare il dialogo e scongiurare qualunque escalation. Le nostre imprese non possono continuare a subire ingiustamente l’incertezza dettata dalle forti tensioni geopolitiche che in queste ore si stanno intensificando. In questo momento è fondamentale che anche il nostro governo insieme alle imprese lavori in sinergia per garantire la crescita della filiera promuovendo la stabilità e l’accesso ai mercati internazionali per le nostre realtà produttive”.
L’Assemblea ha posto l’accento anche sulle sfide aperte in ambito europeo in tema di indicazioni geografiche. Particolare attenzione è stata dedicata ai recenti casi di utilizzo improprio da parte di alcuni Stati membri. La nascita della European Vinegar Association è solo uno dei segnali concreti di un impegno crescente a presidiare i tavoli comunitari e a tutelare con forza la distintività delle filiere italiane.
“È essenziale", ha sottolineato Ponti, "che l’Unione Europea tuteli il significato autentico dei prodotti tradizionali. È cruciale stabilire una definizione legale a livello europeo dell’aceto”. Un messaggio che si estende a tutto il settore rappresentato da Federvini, oggi chiamato a riaffermare il proprio ruolo non solo economico, ma anche culturale e strategico per il Paese. “Il mio obiettivo", ha concluso il neopresidente, "è chiaro: creare valore. Per le imprese, per i territori, per il sistema Italia. Valore economico, ma anche reputazionale. Federvini sarà un presidio forte e competente per un’Italia che produce, innova e dialoga con il mondo, con orgoglio e responsabilità”.
EFA News - European Food Agency