Intesa Sanpaolo /2. Lombardia: valore commercio superiore (+6,9%) al pre-pandemia
Le imprese medie e grandi assorbono il 46,3% degli addetti, microimprese il 36,6%

In Lombardia operano 156.000 imprese commerciali (18% del totale regionale; 15,1% del dato nazionale) e lavorano circa 771.000 addetti (17,3% del totale regionale; 22,4% del settore in Italia). Le province con il maggior numero di occupati sono Milano (410.421), Monza Brianza (68.694), Brescia (66.461), Bergamo (62.180), Varese (36.662) e Como (33.140). Il commercio regionale ha prodotto oltre 52,2 miliardi di valore aggiunto (13,5% del valore aggiunto regionale; 25,1% di quello nazionale). E' quanto emerge dallo scenario regionale delineato dal Research Department di Intesa Sanpaolo.
Assumono un ruolo rilevante le microimprese (meno di 10 addetti) che rappresentano in Italia il 96% delle imprese e impiegano il 53,9 % degli addetti, salendo al 99,6% e al 72,8% se si includono le piccole imprese (10-49 addetti). Le medie e grandi imprese, pur costituendo solo lo 0,4% del totale, assorbono il 27,2% degli occupati e generano il 43,1% del valore aggiunto, grazie alla maggiore produttività e propensione agli investimenti. In Lombardia le microimprese impiegano il 36,6% degli addetti del commercio (-17,3% rispetto alla media italiana), con una forte variabilità provinciale (dal 75,4% di Pavia al 23,1% di Milano, passando per il 49,5% di Bergamo). Le imprese medie e grandi assorbono il 46,3% degli addetti, pur restando sotto lo 0,8% del totale in termini di numerosità.
Dopo il crollo del 2020 causato dalla pandemia, il commercio ha recuperato i livelli pre-pandemici. In particolare, nel 2024 il valore aggiunto del commercio a prezzi costanti è risultato superiore del 6,9% rispetto al 2019, nonostante il lieve rallentamento registrato nel biennio 2023-2024, causato dall’elevata inflazione che ha eroso potere d’acquisto e frenato i consumi delle famiglie. Il rientro dell’inflazione in corso e la contemporanea tenuta del mercato del lavoro dovrebbero favorire una ripresa dei consumi nel corso del 2025, con ricadute positive sull’evoluzione della domanda rivolta al settore del commercio. Il quadro resta comunque eterogeneo, con una migliore dinamica attesa per la distribuzione di prodotti alimentari e farmaci.
Tra il 2016 e il 2022, le imprese italiane del commercio hanno registrato un aumento degli investimenti del 13,2%, con progressi significativi per software e basi dati, R&S, apparecchiature Ict e impianti e macchinari. Tuttavia, solo il 37,4% delle aziende con almeno tre addetti ha avviato attività di innovazione nel biennio 2021-2022 (65% nelle medie imprese; 76% nelle grandi), mentre se si considera l’adozione di azioni per migliorare la sostenibilità ambientale il dato complessivo di settore si ferma al 37,2%, mentre quello delle grandi sfiora il 70%.
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