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Dazi Usa: Trump impone 35% al Canada, ora tocca all'UE

Probabili tariffe al 15% o 20% sui prodotti del vecchio continente. Imminente la lettera a Bruxelles

Colpito dal 50%, il Brasile punta tutto sui mercati asiatici, mediorientali e del Sud del mondo.

Dopo una fase interlocutoria e apparentemente distensiva, Donald Trump torna all'attacco. Il presidente americano ha imposto dazi del 35% al vicino Canada, annunciando contestualmente una lettera all'Unione Europea, in cui si definirà il nuovo piano tariffe. Intervistato da Nbc, il tycoon ha spiegato di voler portare i dazi generalizzati alla maggior parte dei partner commerciali dal 10% al 15-20%. Secondo Trump le nuove tariffe non incideranno negativamente né sui mercati azionari, né sull'inflazione.

"Tutti i Paesi pagheranno, che si tratti del 20% o del 15%. Troveremo una soluzione", ha detto. Il Canada sarà sottoposto a dazi a partire dal 1° agosto. Il premier canadese è stato l'ultimo a ricevere la lettera del presidente americano sui dazi, mentre altri Paesi sono in fase di negoziato, nella speranza di raggiungere un accordo entro il 21 luglio.

Nel frattempo, dopo l'imposizione di dazi al 50%, il governo brasiliano  sta prendendo le contromisure. Secondo quanto riferito da un'agenzia, il ministro dell'Agricoltura e dell'Allevamento Carlos Fávaro, ha dichiarato che il governo Lula sta già agendo in modo proattivo per minimizzare l'impatto economico, data quella che ha definito "l'azione indecente del governo statunitense nell'imporre una tassa del 50% sulle esportazioni brasiliane".

"Ho convocato i principali organismi rappresentativi dei settori più colpiti – quello del succo d'arancia, della carne bovina e del caffè – affinché possiamo, insieme, ampliare le azioni già intraprese durante i due anni e mezzo di mandato del presidente Lula: espandere i mercati, ridurre le barriere commerciali e offrire opportunità di crescita all'agricoltura brasiliana".

Fávaro ha sottolineato che rafforzerà i negoziati con i mercati più importanti dell'Asia meridionale, del Medio Oriente e del Sud del mondo, poiché queste regioni hanno un potenziale di consumo significativo e potrebbero rappresentare un'alternativa per le esportazioni brasiliane.

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EFA News - European Food Agency
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