Leone Alato (Generali) punta sulla sostenibilità
Intervista esclusiva con Igor Boccardo, ad del gruppo che controlla 24 aziende agricole

Leone Alato, holding agroalimentare del Gruppo Generali, controlla Genagricola 1851, il polo agricolo, e Le Tenute Leone Alato, il settore vitivinicolo composto dalle seguenti: Bricco dei Guazzi, in provincia di Alessandria, Duemani, in provincia di Pisa, specializzata nella produzione di vini biodinamici e acquisita due anni fa; Torre Rosazza, situata nei Colli Orientali del Friuli; Costa Arènte, in Valpantena, rinomata zona del Valpolicella, in provincia di Verona; Tenuta Sant'Anna, nel Veneto orientale, celebre per la produzione di vini fermi e Prosecco. Il portafoglio include inoltre il brand V8+, dedicato esclusivamente al Prosecco. Igor Boccardo, amministratore delegato di Leone Alato, in questa intervista esclusiva a EFA News spiega il momentum e le prospettiva del gruppo.
Leone Alato conta 24 aziende agricole in Italia, 3 in Romania, oltre 14mila ettari di superficie coltivata, circa 250 dipendenti stabili, 50mln di euro di fatturato. Qual è lo stato del settore dal vostro punto di vista?
Stiamo vivendo un momento di forte cambiamento con risultati che riflettono l’andamento di un mercato in continua evoluzione. Il settore agroalimentare, anche a causa degli eventi degli ultimi mesi, sta registrando una fase complessa, sia per quanto riguarda le materie prime che per il comparto enologico. A fronte di questa situazione, il nostro obiettivo è di investire sempre di più sulla qualità e sulla sostenibilità, valorizzando le nostre coltivazioni ed i nostri prodotti, a partire dal vino, e anche su tutte le nostre tenute, che rappresentano un elemento distintivo nel panorama nazionale. Dobbiamo essere bravi ad anticipare i tempi e ad offrire risposte precise e puntuali ai clienti, alle persone e alle comunità in cui operiamo, in una logica di vicinanza territoriale, di attenzione allo sviluppo e alla creazione di benessere.
Quali sono le prospettive reddituali per il 2025?
Contiamo di confermare gli stessi target del 2024, in una logica di efficienza e di investimenti mirati per migliorare le nostre produzioni sia in campo vitivinicolo che agricolo. Soprattutto, continueremo ad investire nelle energie rinnovabili, grazie ai nuovi impianti agrovoltaici che si affiancano a quelli fotovoltaici ed alle due strutture a biogas, di cui una verrà convertita a Biometano.
Avere una società di distribuzione dei vini negli Usa Montcalm wines importer ltd, quanto facilita le vostre strategie in Usa?
Ci permette di essere presenti su una delle piazze più importanti del mondo per la vendita di vini italiani e di anticipare le tendenze di consumo: è un plus. Nel prossimo futuro dovremo essere ancora più bravi a valorizzare questa nostra società, supportando la nostra strategia di commercializzazione di bottiglie di fascia medio-alta.
All’estero finora avete 3 aziende agricole in Romania. State guardando a possibili altre acquisizioni all’estero?
Non sono previste ulteriori acquisizioni agricole o vitivinicole all’estero. Preferiamo concentrarci sulle nostre aziende agricole e sulle nostre tenute, apportando quei continui miglioramenti che ci permettono di valorizzare le produzioni e le vendite. Comunque, come sempre, se si presenteranno opportunità particolarmente rilevanti, in linea con le strategie del Gruppo, una riflessione la faremo.
Considerate di potere effettuare acquisizioni negli Usa?
Vale quanto appena detto: in questo periodo dobbiamo avere un approccio conservativo, non espansivo.
Confermate che dal 2028 produrrete crediti di Carbonio?
Grazie al progetto Generali Act For Green, che prevede la piantumazione di un milione di alberi su circa 900 ettari di nostra proprietà, a partire dal 2028 inizierà la produzione dei crediti di carbonio, che saranno certificati lungo tutta la filiera da un organismo indipendente internazionale. Leone Alato da sempre tutela e lavora per migliorare l’ambiente in cui opera: da pochi mesi abbiamo infatti definito quale sarà il nostro viaggio verso il “net zero”: siamo stati la prima azienda agricola italiana ad avere un piano di riduzione della propria impronta carbonica certificato da SBTI (Science Based Target Initiative), prestigioso network internazionale nato dalla collaborazione tra World Resource Institute, Carbon Disclosure Project, United Nations Global Compact e WWF.
Quali sono le vostre stime per il mercato del vino del 2025?
Le previsioni sono di un mercato che deve fare i conti con vari elementi di incertezza, che si rifletteranno sull’andamento delle vendite: dazi (vedremo cosa succederà), cambio di approccio delle nuove generazioni e normative italiani più stringenti. Da anni il mercato del vino soffre, tanto in Italia quanto all’estero: ci aspettiamo un rallentamento, anche se le aziende che hanno lavorato meglio, posizionandosi sulle fasce di consumo di maggiore qualità e di maggior margine, continueranno a performare meglio delle altre.
Le 4 mln di bottiglie e i 16 milioni di fatturato del 2024 potranno essere confermati?
Il nostro obiettivo è quello di confermare questi risultati ma sarà difficile. L’obiettivo più importante resta il percorso verso la qualità: investiremo ancora di più in vini di fascia alta e nella nostra rete di vendita, grazie alla quale raggiungeremo gli obiettivi che abbiamo fissato nel nostro piano industriale di medio termine.
EFA News - European Food Agency