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Bayer Crop Science: il mercato italiano è tra i primi in Europa

Intervista esclusiva con Patrick Gerlich, ad per l'Italia

Bayer ha celebrato 125 anni di presenza in Italia: il gruppo è presente nel nostro paese con le divisioni Phamaceuticals, Consumer Health e Crop Science, rappresentate graficamente nel francobollo celebrativo emesso dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy (vedi articolo di EFA News).

Per l’occasione, EFA News ha intervistato Patrick Gerlich,  Amministratore Delegato Bayer Crop Science Italia.

Cosa rappresenta per Bayer Crop Science questo anniversario?

Per Crop Science questo anniversario è un evento significativo, una milestone importante, una rappresentazione del nostro impegno nel territorio italiano. L’impronta di Bayer in Italia  è notevole, negli ultimi 10-15 anni abbiamo investito in maniera significativa. Penso che l’emissione  di questo francobollo sia un riconoscimento significativo dell’impegno di Bayer nel Paese sia in ambito salute che agricoltura. Bayer è conosciuta principalmente con industria farmaceutica, che non come impresa di agrofarmaci o di sementi. La  rappresentazione grafica di tutte e tre le divisioni  (verde per l’agricoltura, bianco per i farmaci e rosso per la genetica) mostra il nostro approccio life science.

Il mercato italiano per voi è importante?

Il mercato italiano per noi è sempre stato  importante. Oggi lo è ancor di più, in particolare la crescita del business negli ultimi 5-6 anni ha fatto sì che l’Italia sia stata riconosciuta dal punto di vista strategico  tra i 4 Paesi UE più importanti e tra i primi 10 a livello globale: è un bel segnale, la conferma che ciò che stiamo facendo in Italia è la cosa giusta, Ciò conferma che siamo sulla strada giusta;  il mercato italiano offre  numerose opportunità per continuare questo percorso di successo sia nell’ambito  degli agrofarmaci (convenzionali e bio) oltre che nell’ambito delle sementi.

Quali sono le novità sulle quali state puntando?

Innanzitutto, su Preceon, un mais efficiente di bassa statura, più resistente ai venti forti, con una maggiore resa, e gestita con una piattaforma digitale all’avanguardia (su questo si veda l’articolo di EFA News del 5/2/2025, ndr). Lanceremo, inoltre,  dei  nuovi ibridi con questa tecnologia e ogni anno porteremo sul mercato   2-3 nuove tipologie di ibridi per andare incontro alle esigenze delle varie realtà agronomiche italiane. Presenteremo  anche  un nuovo prodotto biologico  che verrà immesso sul  mercato nel 2026:  si tratta di un biostimolante a base di estratto di olio di aglio, che aiuta la pianta a proteggersi da varie malattie. Stiamo  testando  infine un altro biostimolante che si chiama Elizea,  e che, nella prima fase fenologica, aiuta il mais a resistere meglio in presenza di forte  siccità. La stessa tecnologia viene  testata per la vite e forse nel 2027 avremo nuove novità a disposizione.

E’ un momento particolare, come vedi il futuro dell’agricoltura, anche a fronte del climate change e anche degli aspetti regolatori, specie in Europa (vedi il Green Deal e la riduzione  degli agrofarmaci)?

Questi argomenti li conosciamo, sappiamo che c’è una consapevolezza maggiore anche a livello normativo europeo, che l’approccio che avevamo qualche anno fa sul Green Deal forse era troppo ideologico e troppo poco basato sul dialogo aperto. Con la nuova visione per l’agricoltura nella UE, questo aspetto è migliorato, con un focus sull’apertura a diverse tecnologie. Ciò  mi rende molto ottimista. Le sfide dell’agricoltura sono innumerevoli: il cambiamento climatico  e una situazione difficile dal punto di vista della chimica convenzionale.  Le molecole  sul mercato oggi, sono sempre più sotto pressione, sicuramente nei prossimi anni ne perderemo alcune e faremo  fatica a registrarne di nuove: i processi per ora non sono molto flessibili. Vedo che c’è un forte  spostamento verso la ricerca di soluzioni alternative ed è questa  la fonte del mio ottimismo, gli agrofarmaci giocheranno un ruolo importante anche nel futuro ma non saranno l’ unica  soluzione. Per aumentare  la redditività, per tutelare l’ambiente e, al contempo, portare più evoluzione sul mercato, servirà un ampio portafoglio di agrofarmaci convenzionali e biologici, sementi di altissima qualità, e   tool digitali.. Sono convinto che abbiamo tutti gli strumenti per essere al fianco degli agricoltori e superare le sfide che abbiamo davanti.

 Essere presenti in Italia da così tanto tempo non è solo un fatto storico: è una storia di persone, di territori, di fiducia costruita giorno dopo giorno. Guardiamo ai prossimi 125 anni con lo stesso entusiasmo e la stessa responsabilità. Il fatto che l’Italia sia oggi al centro della “Champions League” globale di Bayer è la conferma che stiamo camminando nella direzione giusta. Le sfide saranno tante, ma con passione, innovazione e radicamento nel territorio, continueremo a scrivere insieme una storia di successo.

lma/lml - 52208

EFA News - European Food Agency
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