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L'Ue vola in Giappone a caccia di nuovi mercati

Rappresentanza europea al 30° vertice Ue-Giappone il 23 luglio: colloqui con nipponici e cinesi

In attesa che vengano definite le decisioni sui dazi che l'Unione europea vuole (o non vuole?) applicare agli Usa in risposta alle tariffe di Donald Trump, i suoi rappresentanti vanno a caccia di nuovi partner commerciali. Dopodomani, mercoledì 23 luglio saranno a Tokyo, per il 30° vertice Ue-Giappone, la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, insieme ad Antonio Costa presidente del Consiglio europeo e all'Alta rappresentante Kaja Kallas

Il Giappone è considerato il partner strategico più vicino all'Ue nella regione indo-pacifica: gli scambi annuali ammontano a 193 miliardi di euro con il Giappone 7° partner commerciale dei 27. Inoltre è un componente del G7 e condivide ampiamente le visioni europee.  Anche il Giappone rischia i dazi di Trump, tanto che Il capo negoziatore giapponese Ryosei Akazawa intende recarsi negli Usa la prossima settimana per un ultimo tentativo di accordo sulle tariffe.

La riunione con l'Ue avrà al centro la cooperazione su sicurezza e difesa, commercio e sicurezza economica e il multilateralismo. Ci sarà una dichiarazione congiunta per rilanciare la cooperazione commerciale, spingendo per un rafforzamento del Cptpp, il Comprehensive and progressive agreement for trans-Pacific partnership (Accordo globale e progressivo per il partenariato trans-pacifico), l'accordo che coinvolge anche Canada, Giappone e Regno Unito.

Giovedì 24 il vertice più delicato, quello con Pechino, il 25° tra Ue-Cina nel 50° anniversario dell'instaurazione delle relazioni diplomatiche tra Bruxelles e Pechino. La mattina si svolgerà l'incontro con il presidente Xi Jinping per una discussione sugli affari globali e sulle relazioni bilaterali, seguita da un pranzo di lavoro. Nel pomeriggio incontro e cena con il primo ministro Li Qiang, focalizzati sulle relazioni economiche e commerciali 

Secondo fonti interne alla Commissione europea l'Ue vede in questi colloqui "un'opportunità concreta per un confronto dettagliato, franco e sostanziale": l'Unione europea e la Cina, dicono, hanno interesse comune a perseguire una relazione "costruttiva, stabile, equilibrata e reciprocamente vantaggiosa". 

D'altronde, dal punto di vista economico, i progressi sul commercio hanno portato a scambi aumentati di 300 volte negli ultimi 50 anni, oggi pari a 2 miliardi al giorno. E gli investimenti sono aumentati tanto che la Cina e l'Ue sono rispettivamente il secondo partner commerciale l'uno dell'altro. Allo stesso tempo l'Ue è consapevole che ci sono grossi problemi: la Cina rappresenta circa il 20% del pil globale e permangono forti squilibri. 

Il messaggio di Ursula von der Leyen sarà che l'attuale situazione non è sostenibile e che serve un riequilibrio: l'anno scorso il nostro disavanzo commerciale è raddoppiato, superando 300 miliardi di euro. E, soprattutto l'Ue rimarca esserci concorrenza sleale: la Cina, secondo Bruxelles, beneficia dei nostri mercati aperti ma acquista troppo poco visto che l'accesso al suo mercato mercato è limitato. Per questo, von der Leyen e i suoi, chiederanno "reciprocità".    

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EFA News - European Food Agency
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