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Trump ha firmato l'ordine sui dazi: Ue confermata al 15%

Le tariffe entreranno in vigore a partire da 7 agosto

È fatta, forse. Un minimo di condizionale è d'obbligo quando si parla di questa litania dei dazi Usa-Ue, sempre in bilico fino all'ultimo (e anche dopo, par di capire). Il presidente americano Donald Trump, la scorsa notte, dopo la mezzanotte ora taliana, quando negli Stati Uniti di fatto non era ancora scattata la deadline del 1° agosto, ha firmato l'ordine esecutivo con cui impone nuove tariffe ai paesi partner, sia quelli con cui ha concluso accordi commerciali specifici, sia quelli con cui non ha concluso alcun accordo: in questo caso sono applicati dazi maggiorati. Le nuove tariffe non entreranno in vigore immediatamente, ma saranno effettive dal prossimo 7 agosto e non potranno essere modificare prima del 5 ottobre 2025.

Stando all'accordo, ai beni importati in Usa dall'Europa sarà applicata una tariffa del 15%, come stabilito dall'intesa in Scozia firmata dal presidente americano Donald Trump e dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen il 27 luglio (leggi notizia EFA News). Per il resto, le tariffe applicate dagli Usa vanno da un minimo del 10% (nel caso del Regno unito) ad un massimo del 41% (alla Siria). L'Europa, nonostante il dibattito aperto dall'accordo siglato in Scozia e le critiche dei leader europei, si vede confermare la tariffa calmierata del 15%.

Il resto del mondo fa parte della lista "buoni e cattivi" stilata dal tycoon. Stesso dazio Ue del 15% al Giappone con cui è stato siglato l'accordo una settimana prima della UE, mentre il Regno Unito incassa la tariffa più bassa fra quelle applicate del 10%. 

Punito il Canada, con un aumento del dazio dal 25% al 35% a causa della resistenza del premier Mike Carney a cedere alle minacce ed alle imposizioni di Trump. Male anche la Svizzera con una tariffa che sale al 39% mentre il Brasile per ora mostra una tariffa del 10%, ma un ordine firmato da Trump avrebbe aggiunto un ulteriore dazio del 40% su alcune merci. Nella lista dei 92 paesi considerati c'è anche l'India  cui verrà applicato un dazio del 25% (per la "penalità" dovuta all'acquisto di armamenti e prodotti energetici dalla Russia): 15% anche alla Corea del Sud. 

L'ordine firmato da Trump questa notte stabilisce anche un dazio del 40% su qualsiasi merce che la dogana statunitense consideri "trasbordata" allo scopo di evitare tariffe più alte, come avviene talvolta per i prodotti cinesi, che vengono importanti e riconfezionati in altri paesi per poi essere esportati in Usa.

"I nuovi dazi statunitensi riflettono i primi risultati dell'accordo Ue-Usa, in particolare il tetto massimo del 15% sui dazi all-inclusive -scrive su X il commissario Ue al Commercio, Maros Sefcovic, dopo l'annuncio di Trump-. Questo rafforza la stabilità delle imprese europee e la fiducia nell'economia transatlantica. Gli esportatori dell'Ue beneficiano ora di una posizione più competitiva. Il lavoro continua".

Scontento è dir poco il primo ministro canadese Mark Carney il quale ha dichiarato che Ottawa è "delusa" dalla decisione di Washington di aumentare al 35% i dazi doganali sui prodotti del Paese non coperti da un accordo commerciale preesistente. Carney annuncia in un comunicato che "il governo canadese agirà per proteggere i posti di lavoro canadesi, investire nella nostra competitività industriale, acquistare prodotti canadesi e diversificare i nostri mercati di esportazione": questo, per salvaguardare settori come quello del legno, dell'acciaio, dell'alluminio e dell'auto, non compresi nell'accordo di libero scambio trilaterale con il Messico e gli Stati Uniti. 

Fc - 52738

EFA News - European Food Agency
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