Agriturismo, soggiorni più brevi, aumentano gli stranieri
Agriturist: sul podio escursioni, attività sportive con degustazioni e ristorazione tipica

A pochi giorni dal Ferragosto si prospetta un pieno di presenze nelle strutture agrituristiche italiane. Nonostante questo, l’estate 2025 per il comparto si presenta caratterizzata da luci e ombre. Secondo le rilevazioni di Agriturist l’andamento della stagione evidenzia la tenuta del settore in un contesto generale non facile, e la necessità di rispondere a esigenze legate a nuove abitudini di viaggio.
“La tendenza dominante è la minore durata dei soggiorni, con prenotazioni di due o tre notti al massimo, e una crescita del fenomeno delle vacanze ‘mordi e fuggi’ -afferma il presidente di Agriturist, Augusto Congionti-. Le prenotazioni sono sempre più sotto data, rendendo difficile per le imprese pianificare e gestire l’offerta al meglio. Si tratta di una dinamica che accomuna l’intero settore turistico, dagli agriturismi agli alberghi”.
La domanda, tuttavia, si orienta sempre più verso proposte di qualità e personalizzate, che rispecchiano l’identità profonda del turismo rurale italiano. A riguardo, Agriturist sottolinea l’importanza di investire sul turismo esperienziale, elemento distintivo delle aziende associate che vantano una lunga storia e un’ampia gamma di servizi.
Sul podio delle richieste del turista si trova il desiderio di contatto con la natura, con la possibilità di effettuare escursioni (53%) e attività sportive (26%), come bike, trekking ed equitazione, seguite da degustazioni e ristorazione tipica. L’associazione che rappresenta gli agriturismi di Confagricoltura ribadisce il proprio impegno nel valorizzare questa tipologia di offerta.
“Nonostante il quadro generale incerto, la maggior parte degli operatori ha valutato l’estate 2025 in linea con l’anno precedente -aggiunge Congionti- con un mese di giugno sotto le aspettative, un luglio con un tasso medio di occupazione delle camere in media del 60% e un agosto che si conferma il mese di punta. Diverse strutture segnalano una buona tenuta anche a settembre”.
La clientela predominante è composta da famiglie (il 68%) e turisti stranieri (circa 1/4 del totale) con un trend in aumento. Ricercati sono soprattutto le bellezze naturalistiche e il patrimonio culturale dei vari territori. Per quanto riguarda invece i flussi turistici italiani si riscontra una certa difficoltà legata soprattutto alla diminuzione del potere d’acquisto dei nuclei familiari.
Dal 2019 ad oggi le presenze dei turisti in Italia sono aumentate dell’8,3%, dato che colloca il nostro Paese al secondo posto, in Europa, dopo la Spagna (+11,2%).Le regioni più gettonate sono Sicilia, Campania, Lazio, Abruzzo, Marche, Emilia-Romagna, Toscana, Veneto e Piemonte, ma a distinguersi ancora una volta per performance particolarmente positive è la Puglia.
Permangono tuttavia su tutto il territorio alcune criticità, in particolare la carenza di personale qualificato. A ciò si aggiunge, per le imprese, l’aumento generalizzato dei costi di gestione, con incrementi significativi per energia, materie prime e servizi.
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