Tartufo romeno: Italia rimane il principale acquirente
Si stima una produzione record (5000 kg) favorita dalle abbondanti piogge primaverili

Il 2025 è un anno d’oro per i cercatori di tartufi in Romania. I boschi del Paese, in particolare nella zona di Iași, offrono abbondanza di questo prodotto di lusso che, una volta raccolto, finisce soprattutto nei piatti dei ristoranti italiani. La raccolta è regolamentata: ogni tartufaio deve operare con due cani addestrati e senza strumenti che danneggino il suolo.
Secondo quanto riferisce l'Agenzia Ice, Marian Gorgioaia, raccoglitore autorizzato, ha spiegato che il merito del successo spetta in gran parte ai cani, che individuano e scavano i tartufi, permettendogli di raccogliere anche 2-3 kg in una sola spedizione. Il prezzo varia con le stagioni: in estate un chilo si aggira intorno ai 100 euro, mentre in autunno può arrivare fino a 350 euro. Quest’anno la Direzione Silvică stima una produzione record di 5.000 kg, contro i 3.500 del 2024, favorita dalle abbondanti piogge primaverili.
Il direttore Gabriel Doncean ha sottolineato che la crescita se ne deve ai fattori climatici: piogge abbondanti e temperature favorevoli hanno favorito lo sviluppo dei tartufi. Nonostante l’aumento della produzione, il prezzo medio di vendita è salito a 181 lei/kg (circa 36 €/kg), rispetto ai 127 lei/kg (circa 25 €/kg) dell’anno scorso.La maggior parte della raccolta viene esportata in Italia, dove il tartufo romeno è molto apprezzato dalla ristorazione di alto livello e continua a rappresentare una risorsa redditizia per i produttori locali.
EFA News - European Food Agency