Dazi/2. Federvini: la nuova sentenza complica le cose
Ponti: "tifo perché i giudici aboliscano le tariffe ma al momento lavoriamo sui listini partendo dal 15%"

“Di sentenze contro i dazi di Donald Trump ne abbiamo già viste e il clima d’incertezza che si ingenera adesso non aiuta a sciogliere i nodi di una situazione già complicata”, commenta in un'intervista a Quotidiano.net Giacomo Ponti, presidente di Federvini e del Consorzio Italia del Gusto, Il commento arriva dopo che la corte d'Appello usa ha ribadito l'illegittimità dei dazi Usa applicati da Trump.
“Certo -aggiunge Ponti- faccio il tifo perché la Corte suprema abolisca i dazi ma al momento tutte le aziende del vino, degli spiriti e dell’aceto continuano a lavorare sui listini del 2026 partendo dalla tariffa del 15%. Il giorno che i dazi saranno aboliti allora sì che stapperemo una bella bottiglia. La partita al momento è conclusa ma non è persa. La diplomazia sta lavorando per riaprire la negoziazione”.
"Al momento, stante l’attuale situazione -prosegue Ponti-, l’obiettivo è di non aumentare i prezzi al consumo e di cercare di assorbire quest’aggravio di costi un po’ all’interno delle imprese produttrici, un po’ all’interno della rete commerciale americana. Le catene di distribuzione sono attori che, facendo la loro parte, possono contribuire ad assorbire gli aumenti”.
Anche se, come spiegail presidente Federvini, "su alcuni prodotti il 15% può essere assorbito interamente dalle imprese produttrici; su altri non è possibile. Le criticità riguardano i prodotti di fascia più bassa”.
"I dazi -conclude Ponti- sono una zavorra da gestire. Un problema non immediato, magari. Nei magazzini ci sono stock di merce accumulata prima del varo dei dazi. Questo consentirà al settore un 2025 brillante: gli ordini coprono già anche il Natale. Il problema si porrà con i listini del 2026”.
EFA News - European Food Agency