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Eurozona, indice Hcob Pmi: il terziario rallenta

Il dato segna record ma il settore dei servizi frena. Italia al massimo da 3 mesi

"Seguendo la tendenza che si ripete da inizio anno, i dati raccolti dall’Indagine HCOB PMI hanno segnalato un aumento dell’attività dell’eurozona". Lo sottolinea il comunicato di S&P Global secondo cui l’Indice HCOB PMI della Produzione Composita dell’Eurozona, che consiste in una media ponderata dell’Indice HCOB PMI della Produzione Manifatturiera e dell’Indice HCOB PMI dell’Attività Terziaria, è "lievemente aumentato" rispetto a 50.9 di luglio: ad agosto, infatti, ha segnato un "record di crescita in un anno con 51". 

"Anche se il tasso di espansione resta debole -commenta S&P Global-, questi ultimi risultati prolungano una sequenza di crescita, ovvero valori superiori a 50, che dura da inizio anno". 

La spinta alla crescita, però, sottolinea la nota, "è stata frenata dal terziario, settore che ha indicato un rialzo rallentato e marginale. Al contrario, il manifatturiero ha registrato il più forte aumento della produzione in quasi tre anni e mezzo".

Tra tutte le nazioni dell’eurozona i cui dati PMI compositi sono disponibili, aggiunge la nota, "i risultati dell’indagine di agosto ci mostrano che la crescita più veloce è quella della Spagna" con 53,7 (minimo in 2 mesi), anche se "l'espansione è rallentata". Anche Germania (50.5, minimo in 2 mesi) e Irlanda (51.3, minimo in 14 mesi) hanno indicato incrementi più deboli, mentre l’Italia ha dato segnali di lieve accelerazione con un 51,7 massimo in 3 mesi. 

"La prestazione peggiore dell’eurozona resta quella dell’economia francese", spiega la nota, anche se l’Indice PMI Composito è risultato più stabile, salito al valore più elevato in 12 mesi e di poco inferiore alla soglia di non cambiamento di 50, ossia 49,8.

Il terziario

L’Indice HCOB PMI dell’Attività Terziaria dell’Eurozona di agosto è sceso a 50.5 rispetto a 51 di luglio, "segnalando una crescita minore e marginale della produzione". La richiesta di servizi provenienti dall’eurozona è stata pressoché stagnante, con l’indice corrispettivo appena superiore alla soglia di non cambiamento di 50. Il settore dei servizi, lo ricordiamo, comprende le attività economiche che producono o forniscono servizi: include settori molto diversi come il commercio, i trasporti, la finanza, l'istruzione, la sanità, il turismo, le comunicazioni e i servizi alle imprese.

Secondo S&P Global, a metà del terzo trimestre, il freno più forte alle vendite è stato quello degli ordini esteri, che hanno indicato il calo più veloce in tre mesi. Ulteriori riduzioni si sono registrate nel lavoro inevaso, anche se i dati di quest’ultima indagine hanno indicato un calo di minore portata ed il più debole da maggio 2024. 

“Se in bicicletta guidi troppo piano, perdi l’equilibrio: e questo è ciò che sta succedendo all’eurozona -commenta Cyrus de la Rubia, Chief Economist presso la Hamburg Commercial Bank-. Certo, l’economia sta crescendo da inizio anno, ma ad un tasso penosamente troppo lento. Ad agosto, l’Indice HCOB PMI Composito sull’Attività Economica si è fermato a 51, appena superiore allo stallo". 

"Le tensioni politiche in Francia e Spagna, l’incertezza sugli accordi commerciali tra Europa e Stati Uniti e gli attuali problemi nel settore chiave dell’auto non aiutano -prosegue l'esperto-, Per ora, il settore terziario sembra essere in uno stato di stagflazione più che di ripresa". 

"Nelle quattro principali economie dell’eurozona -aggiunge de la Rubia-, la prestazione dei servizi è peggiorata: In Spagna e Italia la crescita è rallentata, mentre Germania e Francia hanno mostrato lievi contrazioni. Tuttavia, non parliamo ancora di una tendenza al ribasso: nell’eurozona ci sono infatti segnali di stabilizzazione sia nei nuovi ordini che nel lavoro inevaso".

"È interessante notare che questa lenta ripresa del settore terziario non ha comunque intaccato l’occupazione -sostiene l'esperto-. Gli organici di agosto sono infatti lievemente aumentati. L’Italia e la Spagna hanno rallentato il ritmo di assunzione, ed il settore terziario in Germania ha addirittura fatto dei leggeri tagli, mentre la Francia ha ripreso ad assumere". 

"Nel complesso -conclude de la Rubia-, tutto questo indica un calo della produttività del lavoro nell’eurozona, che preoccupa dal punto di inflazionistico”.

Fc - 53278

EFA News - European Food Agency
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