Il veronese infestato dalla chikungunya: bloccate le sagre
46 casi di infezione da zanzara tigre: riprende oggi la sagra del Ceo. In forse la Fiera del Riso

Crescono di giorno in giorno i casi di virus Chikungunya nelle zone del veronese. Questo week end appena passato sono saliti a quota 46, meno della metà del numero registrato nella provincia di Modena. Dal Dipartimento Prevenzione del Veneto è stato confermato che quella veronese è l'unica provincia veneta che finora è stata colpita dal virus Chikungunya, anche se solo per 2 dei 46 contagiati è stato necessario il ricovero in ospedale.
Rimane intatta la preoccupazione legata alle possibili ripercussioni sugli eventi pubblici, a cominciare da sagre e feste di paese: già tre sono quelle annullate o sospese. La "sagra del Ceo" è stata riaperta ieri, domenica 14 settembre a Verona: la festa nel quartiere di Chievo era stata sospesa due giorni in seguito al verificarsi di due nuovi casi di contagio da virus: la sagra proseguirà fino a stasera, lunedì 15 settembre.
A questo punto è in forse la Fiera del Riso, la grande rassegna gastronomica che dovrebbe essere inaugurata (il condizionale in questo caso è d'obbligo) venerdì 19 settembre, e che fino al 12 ottobre attende oltre 300mila visitatori dall'Italia e dall'estero. Un eventuale focolaio potrebbe pregiudicare, almeno in parte, lo svolgimento della rassegna.
Il focolaio del virus, come dicevamo si sta espandendo dal primo caso del 6 agosto, giorno del primo contagio accertato, ad Arbizzano, località tra Verona e Negrar di Valpolicella. Il focolaio si è allargato, coinvolgendo il comune capoluogo e la Valpolicella, ma anche Affi e Isola della Scala, dove si è registrato l'ultimo caso di infezione. A fine agosto era stata cancellata la Festa della Birra a Parona, un altro quartiere del comune capoluogo. A inizio settembre stop alla sagra di Dossobuono, frazione di Villafranca ,
Gli interventi di bonifica sono stati attuati anche a Verona e nelle altre località dove si sono registrati i contagi, in particolare Sant'Ambrogio di Valpolicella. Gli esperti della Regione stanno ancora cercando di chiarire l'origine dei focolai: è stato accertato che si tratta di tutti casi autoctoni, ovvero di persone che non sono reduci da viaggi all'estero, in zone considerate a rischio.
Secondo gli esperti, un progressivo calo delle temperature induce a ipotizzare che l'attività dei focolai è destinata a ridursi, favorita anche dai trattamenti antilarvali e dagli interventi di disinfestazione per debellare le temibili zanzare che veicolano il virus.
Secondo l'ultimo bollettino dell'Istituto superiore di Sanità, in Italia dal 1° gennaio al 9 settembre 2025 risultano 208 casi confermati di Chikungunya: 41 casi associati a viaggi all'estero e 167 casi autoctoni, a essere colpite sono persone con una età media di 60 anni, il 47% di sesso maschile. Non si registra nessun decesso.
La chikungunya, precisano gli esperti del dipartimento di Malattie Infettive/Tropicali e Microbiologia dell’Irccs di Negrar (Verona), dove si è manifestato uno dei primi casi, "è una malattia virale trasmessa all’uomo attraverso la puntura di zanzare infette del genere Aedes, in particolare Aedes albopictus (zanzara tigre). Si manifesta più frequentemente con febbre alta improvvisa e intensi dolori articolari che possono persistere anche per settimane o mesi. Altri sintomi comuni includono dolori muscolari, mal di testa, eruzioni cutanee, astenia e, in alcuni casi, gonfiore articolare. Sebbene la malattia abbia generalmente un decorso autolimitante, in alcune persone, soprattutto anziani o soggetti con patologie pregresse, può causare sintomi prolungati o complicanze".
EFA News - European Food Agency